Costa (M5s) su caso Almasri: Governo si arrampica su specchi per giustificare vergogna internazionale

di Agenzia Nova
6 Novembre 2025 15:07 Aggiornato: 6 Novembre 2025 15:07

Oggi ci ritroviamo «nella situazione grottesca in cui persino le autorità libiche fanno ciò che l’Italia si è rifiutata di fare: assicurare alla giustizia un criminale». Lo dichiara in una nota il vicepresidente della Camera dei deputati, Sergio Costa, del Movimento 5 stelle. «Osama Almasri è stato arrestato ieri a Tripoli con l’accusa di torture e omicidio. Lo stesso uomo che il 19 gennaio scorso era stato fermato dalla nostra polizia a Torino su mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, accusato anche di aver stuprato bambini. Lo stesso uomo che questo governo ha liberato dopo appena due giorni e riaccompagnato in Libia con un volo di Stato pagato dagli italiani», aggiunge. «E invece di ammettere l’errore gravissimo commesso, il governo cerca di trasformare questa umiliazione internazionale in un presunto successo diplomatico. Ci raccontano di equilibri geopolitici, di accordi segreti, di strategie a lungo termine. Ma i fatti parlano chiaro: l’Italia ha calpestato il diritto internazionale, ha ignorato un mandato della Corte penale internazionale, ha liberato un torturatore e lo ha riaccompagnato a casa con tutti gli onori. Non è questa la nostra Repubblica», sottolinea Costa.«Questo governo ha anteposto i rapporti con le milizie libiche – quelle stesse milizie che gestiscono i flussi migratori e i centri di detenzione dove si consumano torture quotidiane – al rispetto dei nostri obblighi internazionali. Ha scelto la realpolitik più cinica sacrificando sull’altare della convenienza i principi fondamentali dello Stato di diritto», spiega.

«L’Italia firma lo Statuto di Roma che istituisce la Corte penale internazionale, poi ne ignora sistematicamente i mandati quando le conviene. L’Italia si dichiara paladina dei diritti umani, poi libera torturatori per non disturbare rapporti diplomatici scomodi», prosegue Costa, che conclude con un appello alla responsabilità: «Questo Parlamento ha il dovere di chiedere conto al governo di questa vicenda. Non bastano le giustificazioni a posteriori, non bastano le ricostruzioni di comodo. Gli italiani hanno il diritto di sapere perché un criminale di guerra è stato liberato e riaccompagnato a casa con un aereo dello Stato. E soprattutto hanno il diritto di sapere se il nostro Paese intende continuare a rispettare gli obblighi internazionali o se d’ora in poi applicherà il diritto solo quando è conveniente. La credibilità internazionale non si recupera con comunicati anonimi e ricostruzioni di palazzo. Si recupera ammettendo gli errori e garantendo che non si ripeteranno mai più».


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