L’alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha dichiarato che il regime comunista cinese sta attivamente sostenendo la Russia nel prolungare la guerra contro l’Ucraina con l’obiettivo di distogliere l’attenzione e le risorse statunitensi da se stesso. Una denuncia esplicita e espressa in un’intervista (rilasciata il 28 ottobre) costituisce una svolta chiara nella posizione strategia dell’Ue nei confronti del regime cinese e un riavvicinamento dell’Europa agli Stati Uniti.
Kaja Kallas ha definito Vladimir Putin del tutto inattendibile come interlocutore per un cessate il fuoco, e allo stesso tempo ha definito la Cina «il principale supporto di questa guerra». La Kallas ha poi sottolineato come Pechino stia acquistando petrolio e gas russi, mentre esporta in Russia beni di consumo, tecnologie e prodotti con applicazioni militari come i droni. Citando un incontro con il capo della diplomazia cinese Wang Yi, la Kallas ha detto che il messaggio del Partito comunista cinese è chiaro: «Non è nell’interesse cinese che il conflitto ucraino termini, perché l’attenzione americana si sposterebbe allora su di loro». Per cui, insistere per mantenere gli Stati Uniti focalizzati sull’Europa è una precisa strategia del regime cinese.
La Kallas ha anche evidenziato come Russia e Cina manifestino apertamente le proprie intenzioni, citando un incontro nel 2023 a Mosca tra Xi Jinping e Putin, in cui il dittatore cinese ha dichiarato: «Stiamo vivendo cambiamenti senza precedenti da cento anni, e insieme li stiamo guidando», riferendosi al (presunto) declino dell’ordine mondiale fondato sulla libertà e la democrazia guidato dagli Stati Uniti. Sul piano politico, l’esternazione del rappresentante di Bruxelles per gli Esteri è una sveglia per i governi e politici occidentali in generale, che per vari decenni hanno interpretato il regime cinese indossando le “lenti rosa” occidentali, sia per ottusità che per convenienza.
La Kallas ha inoltre sottolineato l’ormai inaccettabile dipendenza europea dagli Stati Uniti per la propria difesa, sposando di fatto anche qui la linea dell’amministrazione Trump, dopo alcuni mesi di “elaborazione del trauma” causato dal messaggio inviato da Donald Trump alcuni mesi fa (quando era da poco tornato alla Casa Bianca) in sede Nato, ovverosia che le nazioni europee devono imparare ad assumersi la responsabilità della propria difesa investendo di più. E non solo perché è impensabile che il costo della difesa di mezzo mondo venga sostenuto in gran parte da una sola nazione (per quanto sia la più ricca e potente al mondo), ma anche e soprattutto perché – come confermano gli ultimi commenti della Kallas – gli Stati Uniti devono poter evitare di preoccuparsi del pericolo minore (la Russia) – che può essere gestita tranquillamente da un’Europa seria e ben armata – per affrontare il pericolo di gran lunga maggiore: la dittatura comunista cinese.

																				


