L’Unione europea punta a liberarsi dalla dipendenza dalle terre rare cinesi. Lo ha annunciato Ursula von der Leyen nel suo intervento al Berlin Global Dialogue il 25 ottobre. Nel suo discorso, la Von der Leyen ha dichiarato che l’Europa sta lavorando a un nuovo piano chiamato “Resource Eu”, sulla linea della precedente iniziativa “RePower”, avviata nel 2022 per emanciparsi dalle forniture energetiche russe: «L’obiettivo è garantire ai nostri settori industriali l’accesso ad alternative credibili di materie prime critiche, nell’immediato, come nel medio e lungo termine».
Stando attenta a non citare esplicitamente la Cina, la Von der Leyen ha stigmatizzato l’uso di «strumenti della diplomazia tradizionale» per trasformare la dipendenza reciproca in una leva di pressione strategica, che può ostacolare Paesi e settori industriali e consentire forme di controllo e coercizione sugli altri.
La presidente della Commissione ha annunciato che l’Unione intende collaborare con le autorità cinesi per individuare soluzioni immediate, mentre parallelamente si lavorerà insieme ai partner del Gruppo dei Sette per una risposta coordinata. Il piano Resource Eu prevede la realizzazione di una vera economia circolare, basata sul riciclo dei materiali. «Alcune aziende riescono a recuperare fino al 95% delle materie prime strategiche e delle batterie» ha detto il presidente della Commissione Europea.
Il 21 ottobre, il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic e il ministro cinese Wang Wentao hanno concordato l’avvio di colloqui sul tema delle restrizioni all’export, che dovrebbero prendere avvio la prossima settimana.




