Capo di Hamas a Gaza: siamo pronti a dare il potere a un’autorità civile

27 Ottobre 2025 17:29 Aggiornato: 27 Ottobre 2025 17:29

Khalil al-Hayya, il capo ufficiale di Hamas nella Striscia di Gaza, ha dichiarato ieri sera in un’intervista a Al-Jazeera che Hamas non intende fornire a Israele un pretesto per riprendere i combattimenti. Ha osservato che l’organizzazione ha consegnato 20 ostaggi vivi a Israele entro 72 ore dal cessate il fuoco, nonché i corpi di 17 dei 28 ostaggi uccisi, in conformità con i termini dell’accordo, aggiungendo che Hamas farà ulteriori ricerche per cercare i corpi degli ostaggi israeliani in nuove aree della Striscia di Gaza.
Il dirigente di Hamas ha poi affermato di aver chiarito, nel suo incontro con gli inviati americani Steve Witkoff e Jared Kushner, che Hamas è a favore della stabilità e che Trump è «l’unico in grado di tenere a freno Israele».

Per quanto riguarda “il giorno dopo”, al-Hayya dice che la sua organizzazione non si oppone all’assunzione della gestione della Striscia da parte di una personalità di levatura nazionale di Gaza, e che sia disposta a trasferire i poteri di gestione della Striscia, anche in materia di sicurezza, a un comitato di gestione che sia istituito a tale scopo. Khalil al-Hayya ha aggiunto che esistono degli accordi con Fatah (organizzazione palestinese “rivale” a Hamas) sulla presenza di forze internazionali per monitorare il cessate il fuoco, e con le altre fazioni palestinesi rispetto al coinvolgimento delle Nazioni Unite nella ricostruzione di Gaza.

Al-Hayya ha affermato che Hamas vuole indire elezioni come primo passo verso l’unificazione delle fila nazionali dicendo: «il nostro popolo è uno e vuole un’unica autorità e un unico governo». Secondo la versione dei fatti del capo di Hamas a Gaza, inoltre, le armi Hamas le ha solo perché sono in atto «un’occupazione e un’aggressione» evidentemente da parte di Israele. Ma «se l’occupazione dovesse finire – dice al-Hayya – queste armi passerebbero nelle mani dello Stato», palestinese naturalmente. Al-Hayya ha poi sottolineato che la questione delle armi è in fase di valutazione fra le fazioni e i mediatori palestinesi, aggiungendo: «Hamas non accetterà una posizione che non sia in linea con il consenso nazionale».

Per quanto riguarda la sicurezza e la forza di pace internazionale nella Striscia di Gaza, Al-Hayya ha affermato che Hamas accetta la presenza dei soldati dell’Onu quale forza di interposizione, e anche di osservatori per la frontiera e per il cessate il fuoco. In campo umanitario, il dirigente di Hamas sostiene che Gaza necessiti di 6 mila camion di aiuti al giorno, dieci volte l’attuale volume di aiuti, poiché, dice, «la situazione umanitaria è preoccupante e le violazioni mettono a repentaglio l’accordo».


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