Il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, Andriy Yermak, ha scritto su X: «gli Stati Uniti e l’Unione europea stanno stringendo il cappio sull’economia dell’aggressore. Ieri è stato segnato un passo cruciale per ritenere la Russia responsabile della sua guerra criminale contro l’Ucraina. Washington e Bruxelles hanno inflitto un’altra serie di duri colpi all’economia dello Stato aggressore. Gli Usa hanno intensificato le restrizioni sul settore petrolifero russo, mentre l’Ue ha approvato un rigoroso diciannovesimo pacchetto di sanzioni». Gli Stati Uniti «colpiscono i giganti del petrolio» Rosneft e Lukoil, insieme alle loro società affiliate, e sono ora «soggette a nuove restrizioni […] Queste misure avranno un doppio effetto, colpendo anche gli acquirenti di petrolio russo».
L’Ue nel frattempo “stringe il cappio”, dice Yermark, con il «divieto totale di importazione di Gnl» da Mosca; la repressione della «flotta ombra russa»; la restrizioni imposte ai sistemi di pagamento in criptovalute russi e le «sanzioni contro aziende cinesi che forniscono beni e aiutano la Russia a aggirare le restrizioni».
Yermak ha poi precisato che «queste decisioni riflettono l’unità e la determinazione dei nostri partner. Esprimiamo gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito. Il principio di “pace attraverso la forza”, sostenuto dal presidente Trump sta dimostrando la sua efficacia. Grazie alla guida del presidente Zelensky, al lavoro instancabile dell’Ufficio del presidente, del corpo diplomatico e della società civile, il mondo libero ha compreso che non esistono alternative all’azione decisa. La Russia deve essere costretta alla pace attraverso misure economiche incisive». «Le nostre proposte, in particolare sul blocco dei profitti petroliferi russi – ha concluso Yermak – sono state recepite nel diciannovesimo pacchetto di sanzioni dell’Ue. Meno profitti guadagna Mosca, meno vite saranno perdute. Le sanzioni stanno intaccando profondamente la capacità finanziaria della Russia, colpendo il suo settore energetico, il complesso militare industriale e le prospettive di sviluppo a lungo termine. L’aggressore deve pagare».




