Coldiretti e Filiera Italia chiedono una clausola di salvaguardia realmente efficace, il solo automatismo non basta e allo stesso tempo la cancellazione della regola sull’origine del codice doganale, per dare vera trasparenza ai consumatori e tutelare i produttori di riso italiani ed europei. E’ quanto si legge in una nota. Preoccupanti le ultime notizie sull’evoluzione dei negoziati inerenti alla revisione del regolamento sul Sistema delle preferenze generalizzate (Spg) che rischia di portare ad una clausola di salvaguardia che, seppur basata sull’automatismo, potrebbe rivelarsi totalmente inefficace per la tutela del riso europeo. Infatti, se applicata nelle modalità proposte, si attiverebbe solo al superamento di oltre 600mila tonnellate di riso base lavorato, una quantità assolutamente inaccettabile considerato che il massimo storico di importazione registrato nella campagna più recente non supera le 560 mila tonnellate. È quanto affermano Coldiretti e Filiera Italia alla luce degli aggiornamenti che arrivano da Bruxelles in merito alla revisione del Regolamento e in vista dell’incontro tra le organizzazioni europee promosso da Ente nazionale risi, sotto la supervisione del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Una clausola di salvaguardia realmente efficace per la tutela del settore risicolo italiano ed europeo dovrà considerare non solo l’automatismo – continua la nota – ma anche l’individuazione di quantità limite che consentano al meccanismo di scattare senza rischiare perturbazioni gravi di mercato, una durata congrua della stessa e, infine, una valutazione rispetto ai volumi complessivi di riso importato dai Paesi Eba. Elementi che, se non valutati nel loro insieme, rischiano di rendere inefficace la clausola e su cui nessun passo indietro potrà essere accettato dal Parlamento europeo, da sempre a sostengo della previsione della clausola. Un’azione che vede l’impegno diretto anche del governo italiano, in particolare del ministro Tajani e del ministro Lollobrigida, nella creazione delle giuste alleanze per far convergere anche il posizionamento del Consiglio verso un’adeguata definizione della clausola e con i quali Coldiretti e Filiera Italia sono in costante dialogo.
Come sollecitato da Coldiretti e Filiera Italia e finora riconosciuto dal Parlamento europeo, che ne ha sempre sostenuto l’inserimento – aggiunge la nota – si tratta dell’unico strumento di tutela per il settore considerando che nell’ultima campagna commerciale si è registrata una vera e propria invasione di prodotto asiatico a dazio zero sul mercato dell’Unione europea, con le importazioni dalla Cambogia e dal Myanmar che hanno segnato un ulteriore incremento pari a circa il 10 per cento rispetto alla campagna precedente. Uno strumento la cui efficacia sarà fondamentale anche alla luce dell’accordo Mercosur e dei relativi effetti sul settore risicolo derivanti dagli elevati contingenti di importazione agevolati. In particolare, Coldiretti e Filiera Italia chiedono l’attivazione automatica della clausola al superamento di una quantità sostenibile che consideri l’andamento delle importazioni degli ultimi dieci anni (in linea con le quantità che nel 2018 hanno portato all’attivazione della clausola) e conseguente sospensione delle agevolazioni tariffarie per un periodo pari almeno a 12 mesi, periodo minimo necessario al mercato per la sua stabilizzazione, considerato anche che l’attuale livello dei dazi non rappresenta una vera barriera alle importazioni. In caso di mancato rispetto di tali condizioni, la clausola potrà considerarsi valida solo se definita su quantità molto più basse rispetto anche alla media dei dieci anni. Coldiretti e Filiera Italia sottolineano che oggi oltre il 60 per cento del riso importato dall’Italia è a dazio agevolato e, pertanto, un’adeguata revisione del meccanismo è fondamentale per la tutela delle oltre diecimila famiglie, fra dipendenti e imprenditori, impegnate lungo la Penisola in questa filiera produttiva che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy.
All’applicazione della clausola automatica dovrà poi seguire l’adeguamento del livello dei dazi e l’applicazione del principio di reciprocità volto a tutelare non solo la filiera, ma anche i cittadini consumatori da prodotti con standard ambientali e qualitativi ben al di sotto delle produzioni europee e italiane. Basti dire che nei campi di riso dei Paesi asiatici viene usato il triciclazolo, un potente pesticida vietato invece nell’Unione europea e su cui, sempre grazie all’azione di Coldiretti e Filiera Italia, è stato sventato il tentativo della commissione europea di aumentare il limite per i residui di triciclazolo nel riso da 0,01 a 0,09 mg/kg. L’Italia – concludono Coldiretti e Filiera Italia – garantisce oltre il 50 per cento dell’intera produzione di riso della Unione europea di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo con nove risaie su dieci concentrate fra la Lombardia, Veneto e Piemonte.