Una manovra da 18 miliardi e 700 milioni, «molto seria e equilibrata». Giorgia Meloni sintetizza così il profilo della Legge di bilancio per il 2026, approvata il 17 ottobre in un Consiglio dei ministri durato poco più di un’ora. «È una manovra che si concentra sulle stesse grandi priorità delle precedenti: famiglia e natalità, riduzione delle tasse, sostegno alle imprese, Sanità», spiega la premier nella conferenza stampa post Cdm, alla quale partecipano anche i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Il governo dedica a casa e famiglia 1 miliardo 600 e milioni di euro in più rispetto alla precedente Manovra, con l’esclusione dal calcolo Isee della prima casa con un limite di valore catastale che si dovrebbe attestare sui 92mila euro. Resta al 50% il bonus ristrutturazioni, che scende al 36% per le seconde abitazioni. Incentivi alla natalità, grazie al bonus per le mamme lavoratrici che passa da 40 a 60 euro mensili. Rifinanziata con 500 milioni la Carta “Dedicata a te” per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità.
Per quanto riguarda la tassazione, l’esecutivo punta a ridurre quella sui redditi da lavoro. L’aliquota Irpef diminuisce dal 35 al 33% per i redditi dai 28 ai 50mila euro, confermando così l’atteso intervento da 2,8 miliardi a favore del ceto medio. L’obiettivo è di favorire l’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita, perciò gli aumenti contrattuali saranno tassati al 5%, solo per i redditi fino a 28mila euro, per il 2025 e il 2026. Aliquote più favorevoli anche per i turni festivi e notturni. Scende invece dal 5 all’1% la tassazione dei premi di produttività fino a 5 mila euro.
La Finanziaria 2026 dedica alle imprese fondi per 8 miliardi. L’obiettivo è favorire gli investimenti delle aziende italiane, mediante il cosiddetto superammortamento. Le imprese che investono in innovazione e sostenibilità potranno beneficiare di un forte sconto fiscale: gli investimenti in nuove tecnologie saranno ammortizzabili al 180%, mentre quelli legati alla transizione ecologica e al risparmio energetico saliranno al 220%.
Il capitolo Sanità vede un aumento delle risorse rispetto a quelle già previste dalla scorsa manovra, pari a 2 miliardi e 400 milioni per il 2026. Un provvedimento finalizzato all’assunzione di 6.300 infermieri e mille medici, con buste paga più corpose.
Dal 2027 scatta l’innalzamento dell’età pensionabile di un mese, che raggiungerà i 3 mesi nel 2028. Esclusi i lavori gravosi e usuranti. Previsto anche un intervento sulle pensioni minime, che saliranno di circa 20 euro al mese. Nella nuova Legge di Bilancio trova spazio anche la pace fiscale, con la rottamazione di tutte le cartelle esattoriali per il 2023 che riguarderà una platea di 16 milioni di italiani.
Un pacchetto di misure coperto con tagli ai ministeri per due milioni di euro, rimodulazione del Pnrr e un «importante contributo di banche e assicurazioni», sottolinea la presidente Meloni in conferenza stampa. È proprio l’intesa raggiunta in extremis nella maggioranza sul contributo degli istituti bancari, infatti, a sbloccare lo stallo sulla manovra. Una «disponibilità non scontata», premiata con l’abolizione della tassa sugli extraprofitti delle banche. Sono previsti altri tipi di prelievi, tra cui l’aumento dell’Irap di due punti percentuali, e la possibilità per gli istituti di credito di «liberare le riserve poste a capitale» con la legge del 2023, pagando un’imposta ribassata dal 40 al 27,5%.
C’è poi il discusso capitolo Difesa. Il Governo ha confermato che nel 2026 la spesa militare aumenterà di 3 miliardi e mezzo di euro, con un incremento progressivo fino a 12 miliardi all’anno entro il 2028. «Manteniamo gli impegni internazionali senza togliere niente dalle altre voci» assicura Meloni, sottolineando che «l’incremento dello 0,15 è coperto con risorse aggiuntive rispetto a questa legge di bilancio». Si farà infatti ricorso a un prestito europeo tramite il meccanismo SAFE, che offre fino a 15 miliardi da rimborsare nel tempo. Allo studio per il 2026 anche «la possibilità di attivare l’escape clause prevista dalla Commissione europea», che permetterebbe di spendere di più per il settore delle armi senza pesare sui limiti di bilancio.