Regionali Puglia, Decaro ruba la scena a Emiliano

di Roberta Chiarello
17 Ottobre 2025 11:24 Aggiornato: 17 Ottobre 2025 11:24

Dopo dieci anni di governo in Puglia, per il governatore Michele Emiliano è difficile cedere il comando. Ma, in vista delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre, il presidente uscente ha fatto «un passo indietro» in favore del candidato Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e votatissimo europarlamentare da quasi 500 mila preferenze. Quello di Emiliano, tuttavia, sembra più un forzato e mal digerito passo “dietro le quinte”.

«Il centrodestra pugliese con me al governo è stato completamente destrutturato, e non esiste praticamente più», ha detto intervenendo al programma di La7 Tagadà. L’amministratore pugliese si è sarcasticamente attribuito la colpa di aver «determinato nel nuovo candidato una particolare sicurezza in se stesso», una fiducia, forse, non abbastanza solida. Decaro, infatti, avrebbe posto il veto su una possibile candidatura di Emiliano come capolista. Il candidato Pd, sottolinea Emiliano nell’intervista, «per molti mesi è stato d’accordo, poi evidentemente ha ritenuto che una mia candidatura potesse non farlo lavorare liberamente e quindi alla fine ho fatto un passo indietro».
Non manca il riferimento a Luca Zaia, potente governatore del Veneto in carica da tre mandati consecutivi. Per l’omologo pugliese «è una cosa logica» che il Doge possa candidarsi. «Perché quando per tanti anni uno costruisce un modello, e nel caso mio – ha aggiunto – abbiamo costruito il centrosinistra che prima non esisteva in Puglia e adesso è una forza egemone, può essere utile».

Un’intraprendenza, quella di Decaro, che infastidisce anche l’opposizione, critica sul programma elettorale “Puglia 2030”. L’ex sindaco lo ha presentato a inizio ottobre con una giornata di confronto aperta a tutti i cittadini che, divisi in 20 tavoli tematici, hanno potuto contribuire attivamente con le proprie idee. «Chi mi conosce sa che ho sempre lavorato così», ha risposto Decaro a chi l’ha definita una trovata elettorale per accaparrarsi il favore degli elettori.

Il competitor scelto dal centrodestra per le Regionali 2025 è Luigi Lobuono, già sceso in campo nel 2004 per la corsa a sindaco del capoluogo pugliese e sconfitto da Michele Emiliano. Decaro sembra essere il favorito, e un sondaggio pubblicato il 15 settembre dall’istituto statistico Winpoll assegna all’esponente Pd circa il 52% dei consensi, contro il 38% di Lobuono.
L’ex presidente della Fiera del Levante intende portare consensi alla coalizione, e per farlo potrebbe giocare la carta Vannacci. «Mi farebbe piacere, perché no? Ma è una scelta che deve fare lui e il suo partito. Non devo certo essere io a spingerlo o meno. È una scelta politica e ognuno è libero di farla», ha detto Lobuono, commentando l’ipotesi che la Lega candidi il generale in Puglia.

Il nuovo governatore della Puglia, comunque, dovrà confrontarsi con le piaghe strutturali della Regione, che inevitabilmente saranno al centro della campagna elettorale. A partire dalla Sanità in crisi, passando per la Xylella – il batterio che sta sterminando ettari di ulivi. E poi c’è l’Ex Ilva. Ieri, 16 ottobre, oltre 10mila operai hanno indetto uno sciopero nazionale per chiedere al Governo il ritiro del bando di vendita internazionale del polo siderurgico e più garanzie su occupazione e sicurezza sul lavoro. Adesso, Fim, Fiom e Uilm – le sigle sindacali metalmeccaniche – si preparano al vertice del prossimo 28 ottobre a Palazzo Chigi, intenzionate a chiedere un progetto industriale «che garantisca la realizzazione della decarbonizzazione della produzione, l’ambientalizzazione e il ripristino di luoghi di lavoro sicuri e dignitosi».


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