Terzi: influenze del Partito comunista cinese in Ue Dall’Italia alla Romania

di Redazione ETI
10 Ottobre 2025 10:33 Aggiornato: 10 Ottobre 2025 10:33

Il senatore Giulio Terzi ha citato su X l’articolo di Agenzia Nova che ha riportato il convegno svoltosi in Senato “Le influenze cinesi in Ue. I casi di Italia e Europa orientale (Romania)”. Terzi ha aperto i lavori ricordando «episodi di influenza da parte del Partito comunista cinese che includono le pressioni nel mondo della cultura italiana per impedire la tenuta di grandi eventi di danza tradizionale cinese come Shen Yun, ispirati dalla disciplina spirituale del Falun Gong». Ha poi proseguito parlando delle strategie pervasive di «disinformazione malevola, di condizionamento cognitivo, di coercizioni e condizionamenti economici e politici come accade anche con le minacce ibride provenienti dalla Russia di sovvertimento e delegittimazione delle istituzioni democratiche occidentali volte a contestarne valori, storia e ragioni d’essere».

Terzi ha poi aggiunto l’importanza dei danni provocati dalle piattaforme informatiche tra gli utenti più giovani. Si è menzionato poi come le Commissioni terza e quarta del Senato stiano da tempo lavorando con cicli di audizioni e approfondimenti specifici sul tema delle ingerenze straniere nei processi democratici degli Stati membri dell’Ue e nei Paesi candidati. Il rappresentante di Taiwan in Italia, Vincent Tsai, ha evidenziato «diverse altre modalità utilizzate da Pechino, in particolare la piattaforma di intelligenza artificiale DeepSeek, le tecnologie e le componenti informatiche cinesi che vengono ormai considerate da molti Paesi occidentali come un grave rischio per la sicurezza nazionale». I senatori Cinzia Pellegrino e Andrea De Priamo hanno inoltre sottolineato da un lato «l’effetto devastante per le libertà individuali e la stessa identità personale dei cittadini cinesi rappresentata dal cosiddetto credito sociale (social credit system); dall’altro la lotta per proteggere i propri valori che da posizioni diverse conducono il popolo tibetano e quello taiwanese». Infine, Giulia Pompili ha insistito sulla necessità di rafforzare la presenza delle «istituzioni italiane a Taipei, come fatto negli ultimi anni da altri Paesi occidentali. Si tratta di scelte importanti dal punto di vista del contrasto alle strategie di influenza, coercizione e disinformazione da parte di Pechino, dato che Taiwan è un esempio di grande rilevanza nell’affrontare tali minacce».


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