Il gruppo alimentare Nestlé ha annunciato mercoledì di essere uscito dall’Alleanza per l’Azione sul metano nel settore lattiero per la riduzione delle emissioni di metano, un’organizzazione creata con l’obiettivo di limitare il presunto impatto dell’allevamento di animali sulla temperatura della Terra.
L’Alleanza per l’Azione sul Metano nel Settore Lattiero è stata fondata da sei grandi aziende del settore lattiero-caseario – Bel Group, Danone, General Mills, Kraft Heinz, Lactalis Usa e appunto Nestlé, sotto l’egida dell’Environmental Defense Fund, nel dicembre del 2023. I membri si impegnano a misurare e rendere pubbliche le emissioni di metano provenienti dalle proprie filiere del latte e a pubblicare piani di riduzione progressiva di tali emissioni che, alcuni ritengono, provengono dalle flatulenze e dai rutti dei bovini.
Nestlé non ha precisato le ragioni della decisione, ma ha confermato di voler continuare a perseguire l’obiettivo di riduzione dei gas a effetto serra – tra cui il metano – lungo l’intera catena di approvvigionamento, ribadendo l’impegno a raggiungere la “neutralità carbonica” entro il 2050. Giovedì, la multinazionale svizzera ha inoltre annunciato una collaborazione con l’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori, con lo scopo di rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari di fronte al cambiamento climatico.
La decisione della multinazionale svizzera – uno dei massimi colossi mondiali dell’alimentare – rappresenta un nuovo duro colpo alle iniziative “aziendali” nate sul scia della teoria del cambiamento climatico, in un contesto in cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha smantellato diverse strutture create a questo scopo, definendole inutili dal punto di vista ambientale e dannose per l’economia e il benessere dei cittadini americani.
Anche numerosi importanti istituti bancari, hanno lasciato l’organismo principale del settore impegnato nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica: Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Wells Fargo negli Usa, seguite dalle sei maggiori banche canadesi e dalle europee HSBC e Barclays e UBS, che hanno lasciato la Net-Zero Banking Alliance. Non solo: anche società petrolifere come Exxon Mobil, BP, Shell, Equinor, e Eneos Holdings hanno ridotto o abbandonato i loro obiettivi di riduzione dei gas serra o di transizione energetica.