Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito oggi in Parlamento che il diritto di sciopero è «legittimo e sacrosanto», sottolineando che «nessuno può impedirlo ai lavoratori». Allo stesso tempo, ha ricordato che «è legittimo scioperare come è legittimo criticare uno sciopero, tanto più se organizzato da due sigle sindacali e non da tutto il mondo sindacale». Il ministro ha poi espresso rispetto per «manifestazioni di rabbia di fronte a ciò che accade nel mondo», ma ha criticato l’assenza di cortei altrettanto partecipati «per le centinaia di migliaia di morti in Sudan e in altre parti del pianeta». Tajani ha ribadito che «tutte le manifestazioni devono concludersi in modo pacifico», ricordando che lo sciopero è «una forma di protesta civile di lavoratori che rinunciano al proprio stipendio». Il titolare della Farnesina ha condannato con fermezza gli episodi di violenza registrati negli ultimi giorni: «Quando si sentono cori come ‘tutti odiano la polizia’ o si aggrediscono agenti, non si tratta più di lavoratori che protestano ma di violenti, spesso figli di papà che se la prendono con figli del popolo», ha affermato, citando Pasolini e le manifestazioni di Valle Giulia. Tajani ha chiesto «una condanna unanime della violenza», rilevando che in Aula e in altre sedi «non ho sentito parole chiare contro chi devasta vetrine o aggredisce forze dell’ordine».

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Tajani: «sciopero diritto costituzionale, ma serve condanna unanime della violenza»
2 Ottobre 2025 15:46 Aggiornato: 2 Ottobre 2025 15:46