Nuova provocazione russa alla Nato nei cieli dell’Alaska

di Redazione ETI
25 Settembre 2025 16:55 Aggiornato: 25 Settembre 2025 16:55

Il Norad ieri ha ordinato il decollo dei caccia per identificare e intercettare quattro velivoli militari russi — due bombardieri Tupolev Tu-95 e due caccia Sukhoi Su-35 — che stavano operando nella zona di identificazione di difesa aerea dell’Alaska. Il Norad, north american aerospace defense command, è un comando di difesa aerospaziale congiunto tra Stati Uniti e Canada, istituito nel 1958 per sorvegliare e difendere lo spazio aereo esposto al pericolo sovietico/russo.
In risposta al pericolo di incursione nei cieli statunitensi, il Norad ha inviato un velivolo E-3 Sentry per sorveglianza, quattro caccia F-16 e quattro aerocisterne KC-135. Gli aerei russi sono rimasti nello spazio aereo internazionale e non hanno violato lo spazio aereo sovrano né statunitense né canadese, almeno secondo il comunicato ufficiale.

I velivoli russi sono stati rilevati e tracciati mentre operavano nella cosiddetta Adiz (air defense identification zone) dell’Alaska, una zona che, per motivi di sicurezza nazionale, richiede l’identificazione immediata di tutti gli aerei che l’attraversino. Il Norad ha risposto attivando squadre di intercettazione per identificare visualmente gli aerei russi e assicurarne la non violazione dello spazio aereo nazionale

Mentre l’Su-35 è un caccia multiruolo di quarta generazione avanzato – quindi comparabile per livello agli F-16 – a “preoccupare” di più è la presenza del Tu-95: benché, da un lato, sia un “pezzo d’antiquariato” – un velivolo spinto da motori turboelica realizzato negli anni 50 – è pur sempre un bombardiere strategico capace di sganciare bombe nucleari.

L’Adiz inizia dove termina lo spazio aereo sovrano (tipicamente 12 miglia dalla costa) ed è un’area internazionale dove la prontezza e l’identificazione degli aerei sono essenziali per la sicurezza. Il Norad ha precisato che episodi come questo si verificano regolarmente e che, di per sé, non sono considerati una minaccia diretta; nel corso del 2025 ci sono stati già nove episodi simili, il terzo solo nell’ultimo mese.
Questo genere di intrusioni aeree sono considerate dagli analisti come un test della prontezza delle difese del nemico, in questo caso gli Stati Uniti, visto che i velivoli erano russi.

Ma rimane il fatto che questo episodio arriva nel contesto di una crescente attività (per non dire aggressività) aerea russa anche nei cieli dell’Europa e immediatamente dopo le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti rispetto alla guerra in Ucraina, in cui Trump ha detto esplicitamente che l’invasione russa dell’Ucraina, oltre a essere sbagliata, è un completo fallimento sul piano militare e, soprattutto, che la Nato è ora pronta a dare massimo supporto all’Ucraina affinché Kiev possa sferrare una controffensiva, mirata a riconquistare tutto il territorio ucraino attualmente occupano dai soldati russi. Un cambio di posizione molto forte rispetto a un mese fa, quando la posizione degli Stati Uniti – pur di raggiungere un accordo di pace – era di una sostanziale “rassegnazione” rispetto alla perdita di territorio ucraino a vantaggio dell’invasore russo.

 

Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times