L’antisemitismo riprende piede in Germania

di Redazione ETI/Epoch Israele
25 Settembre 2025 17:47 Aggiornato: 25 Settembre 2025 17:48

In una nota pizzeria tedesca della città bavarese di Fier, è stato appeso all’ingresso un cartello anti-israeliano, in rappresaglia alla guerra in corso nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato dalla stampa locale tedesca, il gestore del ristorante avrebbe affisso un cartello con la scritta: «i cittadini israeliani non sono benvenuti qui».

La presidente della comunità ebraica, Yulia Tashkalina, ha dichiarato all’agenzia di stampa tedesca Dpa che si tratta di un gesto di vergognoso antisemitismo, ricordando: «è esattamente così che è iniziato tutto nel 1933», in riferimento alle leggi razziali imposte dal nazismo in Germania, che di lì a pochi anni avrebbero portato ai rastrellamenti degli ebrei e al loro sterminio nei campi di concentramento.
La presidente della comunità ebraica ha anche affermato di stare valutando una denuncia alla magistratura, precisando come le critiche alla politica del governo israeliano siano senz’altro legittime – e avvengano anche all’interno dello stesso Israele – mentre un simile gesto rappresenti la discriminazione di un intero popolo.
Il proprietario del ristorante ha confermato a Dpa di aver effettivamente appeso il cartello, negando però ogni intento antisemita, precisando che non conteneva insulti e che, in ogni caso, il cartello è stato rimosso dopo poche ore.

Secondo una foto diffusa dalla comunità ebraica, il testo del cartello conteneva un testo piuttosto articolato, con le seguenti frasi: «Noi amiamo tutte le persone, indipendentemente dalla loro provenienza. Crediamo che i bambini di questo mondo non debbano essere danneggiati in nessuna circostanza. Siamo una squadra internazionale. Apparteniamo alla società civile e quindi non staremo a guardare come il resto del mondo. Ecco perché abbiamo deciso di protestare. La nostra protesta non è politica, e certamente non razzista». E poi la frase incriminata: «I cittadini di Israele non sono benvenuti in questo luogo. Naturalmente, saranno di nuovo benvenuti non appena decideranno di aprire gli occhi, le orecchie e il cuore».
Il Commissario per la lotta all’antisemitismo nello Stato della Baviera, Ludwig Schönle, ha criticato l’accaduto dichiarando ai giornali locali che «il fatto che un ristorante escluda i cittadini israeliani e ne vieti l’ingresso è inaccettabile e intollerabile [perché, ndr] i proprietari del locale stanno attribuendo la responsabilità ad adulti, bambini e adolescenti israeliani, per quello che il governo israeliano decide e attua».

E a quanto pare non si tratta di un caso isolato. Un episodio simile si sarebbe verificato lo stesso giorno in un negozio di strumenti musicali della zona: il proprietario avrebbe chiesto a un’orchestra israeliana di esprimere la propria posizione sulla situazione a Gaza come condizione per il noleggio dell’attrezzatura, affermando che si trattava di un’identificazione coerente con gli obiettivi di boicottaggio economico del movimento Bds. La notizia è confermata dal sito web della Commissione bavarese per la lotta all’antisemitismo: dopo che l’orchestra del Conservatorio Kfar Vradim ha inviato una richiesta via email per un noleggio strumenti, è stata interpellata sulla sua posizione su Gaza, con l’argomentazione che «chiunque difenda la follia di Gaza oggi non può essere nostro cliente; allo stesso modo noi non lavoriamo con i nazisti tedeschi né con i populisti di destra».

E poi un terzo caso: la scorsa settimana, sempre in Germania, è stato affisso un cartello in un negozio nella città di Flensburg che vietava l’ingresso agli ebrei. È stata aperta un’indagine in seguito al cartello. Il cartello recitava: «Gli ebrei non sono ammessi qui! Non c’è nulla di personale in questo e nemmeno antisemitismo. Semplicemente, io non vi tollero».

Diversi messaggi che – al di là di certe acrobatiche distinzioni semantiche – non può che destare seria preoccupazione.

 

 


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