La più grande azienda britannica distributrice di energia e gas, Octopus Energy, ha annunciato l’11 settembre un partenariato con il produttore cinese di turbine eoliche Ming Yang Smart Energy. L’accordo prevede lo sviluppo di software per garantire «massimi livelli di protezione dei dati e cyber security» insieme alle turbine cinesi. L’intesa ha però suscitato preoccupazioni per la sicurezza nazionale e il rischio di lavoro forzato di uiguri, legato a Ming Yang e ad aziende sottoposte a sanzioni come lo Xinjiang Production and Construction Corps (Xpcc). Esperti avvertono che turbine controllate da remoto e gestite da società soggette alla giurisdizione cinese potrebbero rappresentare un potenziale strumento di influenza politica o di interruzione dell’approvvigionamento energetico nel Regno Unito.
Ming Yang ha collaborato in passato con Xpcc in progetti solari ed eolici nella regione dello Xinjiang, dove fonti ufficiali britanniche e canadesi documentano «l’uso sistematico di lavoro forzato degli uiguri». La legge del Regno Unito vieta l’acquisto di prodotti legati a traffico di esseri umani o schiavitù, e l’eventuale approvvigionamento da Ming Yang potrebbe essere considerato illegale se coinvolgesse pratiche di sfruttamento del lavoro. Octopus Energy è uno dei maggiori investitori europei nelle energie rinnovabili, con impegni per 2 miliardi di sterline entro il 2030 per parchi solari, eolici e sistemi di accumulo. Tuttavia, oltre il 68 per cento dei pannelli solari importati nel Regno Unito nel 2024 proveniva dalla Cina. Esperti sottolineano che, pur dipendendo dalla tecnologia cinese per rispettare gli obiettivi climatici, Londra potrebbe ridurre i rischi di sicurezza e reputazione scegliendo fornitori affidabili e limitando il ruolo delle aziende cinesi nelle infrastrutture critiche. Ming Yang ha risposto alle polemiche sostenendo di «rispettare i diritti e il benessere dei lavoratori lungo tutta la filiera», mentre Octopus non ha risposto alle richieste di commento.