Schiaffo di Trump a Putin: l’invasione ucraina è un fallimento e la Russia è una tigre di carta

di Giovanni Donato
24 Settembre 2025 7:56 Aggiornato: 24 Settembre 2025 7:57

Trump umilia Putin nel pieno dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu. Il rude The Donald questa volta si è superato: ha dichiarato il 23 settembre che in pratica la Russia ha fallito l’invasione, e che l’Ucraina dovrebbe lanciare una controffensiva per riconquistare tutti i territori persi.

In un messaggio pubblicato su Truth, il presidente degli Stati Uniti ha infatti detto: «Dopo aver analizzato a fondo la situazione militare ed economica tra Ucraina e Russia e aver constatato i problemi economici che il conflitto sta causando alla Russia, io credo che l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea, abbia la capacità di combattere e riconquistare integralmente il proprio territorio nella sua forma originaria». E poi lo schiaffo a Putin: «La Russia sta facendo una guerra senza senso da tre anni e mezzo, un conflitto che una vera potenza militare avrebbe vinto in meno di una settimana. Questo non fa certo onore alla Russia. Anzi: la fa risultare una tigre di carta».
Il presidente americano ha poi aggiunto che l’economia russa è in difficoltà e che il popolo russo non è per niente contento di Putin, fattori che possono ulteriormente giocare a favore dell’Ucraina. Dall’altra parte, Trump ha descritto l’Ucraina come una nazione con «grande spirito» e in costante rafforzamento, incoraggiandola: «Questo è il momento che l’Ucraina agisca», precisando poi che gli Stati Uniti continueranno a fornire armi alla Nato.

Il cambio di tono di Trump arriva poco dopo un incontro con Volodymyr Zelensky a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Commentando il messaggio di Trump, Zelensky ha dichiarato ai giornalisti che il presidente americano rappresenta un «fattore di svolta» per l’Ucraina.
Rispondendo ai giornalisti, Trump ha anche affermato – e senza la minima esitazione – che in caso di invasione del proprio spazio aereo da parte della Russia, ogni nazione Nato ha il diritto di abbattere immediatamente l’aereo (o il drone) russo. E se finora non è successo, ha spiegato da Bruxelles il Segretario generale della Nato Mark Rutte, è solo perché finora le incursioni aeree russe non hanno rappresentato una minaccia immediata. Ma Rutte ha anche precisato che un qualunque ufficiale in comando della Nato potrebbe autonomamente (ossia senza consultare nessun politico) «prendere la decisione» di agire qualora giudicasse gli aerei intrusi come una reale minaccia.
Ieri la Nato ha avvisato la Russia dichiarandosi pronta a utilizzare «tutti gli strumenti militari e non militari necessari» per difendersi, condannando le forze russe per aver violato lo spazio aereo estone, in quella che è stata definita una condotta «sempre più irresponsabile».

L’aria, insomma, è molto cambiata: dopo mesi e mesi di inutili tentativi di dialogo e di composizione pacifica del conflitto, la Nato e (soprattutto) Donald Trump inviano per la prima volta un messaggio molto diverso al Cremlino, che si può sintetizzare con un “adesso basta”. D’altronde, il Cremlino ha sempre risposto ai tentativi di dialogo con progressivi incrementi di aggressività, non solo contro i civili ucraini, ma anche contro diverse nazioni europee aderenti al Patto Atlantico.

Al di là dell’inevitabile osservazione che la volontà russa di allargare il conflitto sia tanto evidente quanto suicida, considerato il fallimento dell’invasione dell’Ucraina (che Trump ha sbattuto in faccia a Putin di fronte al mondo intero), queste ultime parole del presidente americano possono essere anche lette al contrario. Potrebbe cioè trattarsi del suo estremo messaggio di pacificazione inviato a Putin, così sintetizzabile: primo, la Nato è in grado di spazzare via la Russia (e non viceversa), per cui basta scherzi; secondo, alla Russia conviene fermarsi adesso che ha ancora qualcosa in mano. Cioè: Putin farebbe bene a accontentarsi e a precipitarsi al tavolo delle trattative, per cercare di tenersi il più possibile dei territori finora conquistati. Perché – e qui il messaggio di Trump è chiaro – se si va avanti, a questo punto l’obiettivo della Nato è quello di armare l’Ucraina all’inverosimile e ricacciare indietro i soldati russi a casa loro. E in questo caso l’umiliazione di fronte al mondo – non solo per il Cremlino ma anche per il Partito comunista cinese, che combatte questa guerra “per procura” – sarebbe assoluta e indelebile.

 


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