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Il capo del governo tibetano in esilio, Sikyong Penpa Tsering, ha accolto con favore le preoccupazioni espresse dagli esperti delle Nazioni Unite in merito alle presunte ingerenze cinesi nella successione del 14º Dalai Lama, affermando che «la Cina dovrebbe ascoltare di più il mondo libero». Pechino considera il Dalai Lama un separatista e ha sempre sostenuto che spetterà ai suoi leader approvare il suo successore, in continuità con una tradizione risalente all’epoca imperiale. «Ritengo che si tratti di una dichiarazione significativa da parte di un organismo internazionale incaricato di monitorare la libertà religiosa in tutto il mondo», ha detto Sikyong. La vicepresidente del 17º parlamento tibetano in esilio, Dolma Tsering Teykhang, ha dichiarato che la Cina intende interferire in ogni aspetto legato al buddhismo e vuole «inserirvi caratteristiche cinesi».