La macchina da guerra israeliana entra a Gaza City

di Redazione ETI/Epoch Israele
16 Settembre 2025 14:16 Aggiornato: 16 Settembre 2025 15:50

Un portavoce delle forze armate israeliane ha annunciato che la fase successiva dell’operazione “Gideon’s Chariots II” è iniziata durante la notte a Gaza City.
All’inizio delle operazioni, l’esercito di Gerusalemme ha attaccato la periferia di Gaza City – a Jabaliya, Sheikh Radwan e Zeitoun – dove sono state distrutte centinaia di infrastrutture terroristiche. La scorsa settimana, l’aeronautica aveva attaccato decine di grattacieli utilizzati da Hamas per attività terroristiche contro Israele.
L’ingresso in città sta avvenendo in modo graduale, con particolare attenzione alla raccolta di informazioni. Attualmente, le divisioni 98esima e 162esima stanno operano in città entrando gradualmente in azione. Si prevede che la  36esima divisione si unirà in seguito, mentre le divisioni 143esima e 99esima sono dislocate nel sistema difensivo. In questa fase, Gerusalemme ha mobilitato circa 70 mila riservisti, e altri 60 mila circa sono in fase di richiamo in servizio.
I palestinesi descrivono il bombardamento in corso come il più intenso in due anni di guerra. Un ufficiale israeliano ha dichiarato che i soldati si stanno muovendo dirigendo verso il centro, e che il numero di soldati aumenterà nei prossimi giorni, in previsione di affrontare e eliminare circa 3 mila miliziani di Hamas che si ritiene siano ancora rintanati a Gaza City.

«Gaza sta bruciando», ha commentato su X il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che i militari israeliani stanno colpendo «col pugno di ferro le infrastrutture terroristiche» di Hamas. Il messaggio per l’organizzazione terroristica è facilmente intuibile: “vi avevamo avvisati, e ora non avremo nessuna pietà”.

Allo stesso tempo, l’esercito israeliano continua a facilitare l’evacuazione degli abitanti di Gaza per garantirne la sicurezza. Finora risulta che circa il 40% dei residenti di Gaza City sia stato evacuato e che siano entrati nelle zone umanitarie circa 20 mila tende, insieme a camion, medicinali e alla messa in opera di condotte idriche e impianti di desalinizzazione.

 


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