Colpo di scena nel testamento di Giorgio Armani: cessione del controllo ai francesi?

di redazione eti/Reuters
14 Settembre 2025 12:40 Aggiornato: 15 Settembre 2025 19:25

Gli eredi di Giorgio Armani dovranno cedere gradualmente il marchio di moda o puntare a una quotazione in Borsa. È quanto dichiarato nel testamento di “Re Giorgio”. Un fatto sorprendente, visto che il grande stilista aveva sempre difeso le radici italiane dell’azienda. Il testamento, visionato da Reuters, stabilisce che gli eredi debbano cedere inizialmente il 15% della maison italiana entro 18 mesi. Andrà poi ceduta un’ulteriore quota che va dal 30% al 54,9% (allo stesso acquirente), il tutto in un periodo compreso tra tre e cinque anni dalla morte di Armani. In cima alla lista dei possibili acquirenti ci sono Lvmh, L’Oréal, e EssilorLuxottica. Il riferimento esplicito nel testamento alla cessione delle quote e ai potenziali acquirenti francesi è un vero e proprio fulmine a ciel sereno, considerando la riluttanza di Armani a “diluire” la sua azienda o a quotarla in Borsa (soprattutto facendo entrare i francesi).

EssilorLuxottica, ora controllata dagli eredi di Leonardo Del Vecchio, ha dichiarato di voler valutare un accordo: «Siamo orgogliosi della considerazione che il nostro gruppo e la sua gestione hanno ricevuto dal signor Armani. Insieme al consiglio di amministrazione valuteremo attentamente questa prospettiva di sviluppo, data la profonda connessione già esistente tra i due gruppi».

Armani era l’unico azionista di maggioranza della società creata negli anni ’70 (fondata all’epoca con Sergio Galeotti) e su cui lo stilista ha mantenuto fino alla fine un controllo rigoroso, sia creativo che imprenditoriale. Il testamento assegna alla Fondazione Giorgio Armani e al compagno di vita dello stilista, Pantaleo Dell’Orco, rispettivamente il 30% e il 40% dei diritti di voto della società. Il consiglio di amministrazione composto da cinque membri sarà presieduto da Dell’Orco, in conformità con lo statuto della Fondazione. Ma gli eredi ora devono considerare altre aziende del settore moda con cui il gruppo ha legami commerciali per una futura vendita.

Re Giorgio aveva deciso che la Fondazione Giorgio Armani, da lui istituita nel 2016, deterrà inizialmente una quota del 10% della società, con il 30% dei diritti di voto, e avrà diritto alle quote di altri azionisti in caso di loro decesso. Le quote rimaste saranno suddivise tra il compagno Leo Dell’Orco, con la maggiore quota di capitale e diritti di voto (40%), la sorella Rosanna, le due nipoti Silvana e Roberta e il nipote Andrea Camerana.

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