Intervista al senatore Sergio Rastrelli di Fratelli d’Italia, segretario della commissione Giustizia del Senato, raccolta in occasione della manifestazione indetta a Roma dai praticanti italiani della Falun Dafa contro il prelievo forzato di organi da persone in vita perpetrato dal regime comunista cinese. Un tema che questo giornale e le sue consociate in tutto il mondo denunciano da molti anni, e che è tornato alla ribalta per effetto della conversazione alla parata militare di Pechino del 3 settembre fra Vladimir Putin e Xi Jinping, in cui i due alleati hanno parlato della possibilità di raggiungere «l’immortalità» attraverso un perpetuo trapianto di organi.
Riguardo all’audio “trapelato” tra Xi e Putin che parlavano di «immortalità» grazie al prelievo degli organi. Noi sappiamo che c’è questo crimine che sta perpetrando il regime cinese da 20 anni. Di recente il ministero della Sanità degli Stati Uniti lo ha riconosciuto ufficialmente. Quindi ormai sono proprio cose ufficiali…
«Sì, non c’è dubbio. È un segnale particolarmente e ulteriormente inquietante, che indubbiamente richiama alla mente ciò che sta accadendo in Cina a cura di un regime criminale, con la persecuzione sistematica nei confronti dei seguaci del Falun Gong e che come è noto anche in Occidente ha già determinato migliaia di morti. E questo quindi ci vincola doppiamente a una presa di posizione assolutamente rigorosa perché contrastando questa persecuzione sistematica, questa indecente violazione dei diritti umani noi tuteliamo le libertà in ogni luogo, anche in Occidente. Perché si è compreso che questa è una sorta di battaglia di civiltà che non ha né barriere né confini e che ogni accadimento che si verifichi in Cina o altrove incide, purtroppo, e attenta alle libertà fondamentali anche in Occidente e anche qui in Italia».
Potrebbe anche esservi stata una sorta di volontà di provocazione, o di ostentazione di impunità e di forza, indirizzate al mondo libero. Potrebbe essere stata una conversazione non casuale, insomma, perché poi è stata la stessa emittente cinese Cctv che ha girato la registrazione di questo dialogo alle agenzie e Reuters e Ap…
«Diciamo che – al di là del significato politico e dell’eventuale volontà cosciente di lasciar intravedere questo messaggio – è una forma di ammonimento nei confronti dell’Occidente. C’è un segnale culturale pericolosissimo. Perché anche soltanto immaginare, in un confronto tra due titani dello scacchiere mondiale, che ci possa essere il prolungamento della vita di taluni in dispregio della vita e della libertà di altri, risponde a delle logiche che vanno anche oltre il comunismo e che attentano a valori che in Occidente sono considerati fondanti. E che purtroppo in alcune zone dell’Oriente sono evidentemente considerati recessivi. E questo comporta per tutti il tenere ben alta la guardia, perché anche nei rapporti internazionali, nelle scelte diplomatiche, nelle intese politiche, bisogna avere ben chiari chi sono gli interlocutori e dietro ciascuno di loro quali rischi si annidano».
Per loro è come se fosse una cosa normale: loro hanno questo “banca” di persone, di organi… Una mattanza, insomma….
«Sì, come dire… Alcune scelte di politica internazionale, anche quelle che riguardano il sostegno dell’Italia, dell’Occidente all’Ucraina, che sembrano determinate da scelte di campo contingenti, in realtà devono accadere con questa chiarezza, perché noi abbiamo ben chiaro quale sia il fronte realmente pernicioso per il futuro dell’Occidente, e che in questo momento viaggia sul binario congiunto della Russia e della Cina».
In chiusura, vuole commentare questa manifestazione?
«Come rappresentante del Parlamento, non mi limito a esprimere il massimo sostegno nei confronti di una battaglia di civiltà ma prendo l’impegno formale a essere al loro fianco, soprattutto quando si difende l’anelito alla libertà, in ogni battaglia che dovessero condurre sul territorio nazionale».