Il Regno Unito ha imposto sanzioni a 11 individui e organizzazioni di affiliazione russa, che avrebbero partecipato ai tentativi di Mosca di deportare e indottrinare i bambini ucraini durante il conflitto. L’Ucraina ha infatti denunciato che oltre 19 mila 500 bambini sono stati trasferiti in Russia – o nei territori ucraini occupati dai russi – senza (l’ovvio) consenso di familiari o tutori, definendo questi rapimenti un crimine di guerra che, secondo il trattato delle Nazioni Unite, rientrerebbe nella definizione di genocidio.
Ma Mosca ha replicato di aver soltanto “protetto” i bambini vulnerabili presenti nelle zone di guerra. «Le politiche del Cremlino di deportazioni, indottrinamento e militarizzazione dei bambini ucraini sono spregevoli», ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico David Lammy, annunciando una nuova serie di sanzioni contro la Russia. Tra le organizzazioni responsabili figura la “Fondazione Akhmat Kadyrov”, che gestisce i cosiddetti programmi di “rieducazione” per bambini e adolescenti ucraini, quando in realtà verrebbero sottoposti a un mero addestramento militare. A capo dell’organizzazione c’è Aymani Nesievna Kadyrova, madre del presidente ceceno fortemente allineato al Cremlino: Ramzan Kadyrov.
Ma il presidente ceceno – che ha inviato numerosi soldati a supporto di Mosca – ha dichiarato sul suo canale Telegram che sua madre avrebbe in realtà «sempre aiutato le vittime di guerra e sostenuto i poveri in tutto il mondo». Queste azioni, dice Kadyrov, dimostrano che «l’Occidente non è guidato né dalla morale né dalla legge, e agisce per odio e russofobia». Stando però all’analisi condotta nel 2024 dall’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, la Russia avrebbe fatto tutto tranne che “proteggere” i bambini ucraini. Al contrario, avrebbe inflitto «sofferenze inimmaginabili» a milioni di bambini, violando i più basilari principi e diritti umani dall’inizio dell’invasione in Ucraina nel 2022. Basti pensare, infatti, che recentemente Mosca non ha esitato a bombardare le infrastrutture civili ucraine, in cui sono morti numerosi bambini.
Nel 2023, la Corte Penale Internazionale ha emesso una serie di mandati di arresto per il presidente russo Vladimir Putin e il commissario per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, in relazione al rapimento di bambini ucraini. Mandati che la Russia ha definito «oltraggiosi e inaccettabili».




