Gli ultimi attacchi con droni russi contro impianti energetici nel nord e nel sud dell’Ucraina hanno lasciato quasi sessantamila famiglie ucraine senza elettricità. Volodymyr Zelensky ha promesso rappresaglia ordinando ulteriori incursioni nel territorio russo.
A dispetto di tutto il movimento creato dai colloqui di pace in Agosto, Russia e Ucraina hanno intensificato i raid aerei nelle ultime settimane. La Russia ha preso di mira le reti energetiche e di trasporto ucraine, e l’Ucraina ha risposto colpendo raffinerie di petrolio e oleodotti russi.
«Continueremo le nostre operazioni attive esattamente nel modo necessario alla difesa dell’Ucraina. Le forze e le risorse sono pronte. Sono stati pianificati anche nuovi attacchi in profondità» ha scritto Zelensky su X dopo un incontro con il capo di stato maggiore dell’esercito ucraino, Oleksandr Syrsky.
La società energetica privata ucraina, la Dtek, ha riferito che droni russi hanno colpito quattro impianti energetici nella regione di Odessa durante la notte di sabato, e le autorità hanno segnalato che ventinovemila persone sono rimaste senza elettricità nelle prime ore di domenica. La città portuale di Chornomorsk, appena fuori Odessa, è stata la più colpita, con danni anche ad abitazioni e edifici amministrativi, ha spiegato Oleh Kiper, governatore della regione di Odessa. «L’infrastruttura essenziale funziona coi generatori» ha scritto Kiper sul social russo Telegram.
La società energetica Dtek ha annunciato che i lavori di riparazione di emergenza inizieranno non appena l’esercito darà il via libera.
Droni russi hanno colpito anche la regione settentrionale ucraina di Chernihiv nelle prime ore di domenica, danneggiando infrastrutture energetiche e lasciando trentamila famiglie senza elettricità. L’esercito ucraino ha riferito che la Russia ha attaccato con centoquarantadue droni, quasi tutti abbattuti, ma i pochi rimasti operativi hanno evidentemente causato gravi danni.
L’esercito ucraino ha dichiarato domenica che, nonostante Mosca dichiari un’offensiva estiva di successo, le forze russe non sono riuscite a ottenere il controllo totale di alcuna grande città ucraina e hanno «grossolanamente esagerato» le cifre relative ai territori conquistati. Il capo di stato maggiore russo, Valery Gerasimov, ha dichiarato sabato che, da marzo, la Russia ha conquistato oltre tremilacinquecento chilometri quadrati di territorio in Ucraina e preso il controllo di centoquarantanove villaggi.
Nella giornata di ieri, il Cremlino ha accusato l’Europa di stare ostacolando la mediazione di Trump e che la Russia continuerà le operazioni in Ucraina finché Mosca non vedrà segni concreti che Kiev sia pronta per la pace, ma senza meglio specificare quali dovrebbero essere tali “segnali”. L’inviato speciale statunitense in Ucraina ha contraddetto il Cremlino, dicendo che sono piuttosto gli attacchi a minare gli sforzi di Trump per porre fine alla guerra.




