La responsabile della politica estera dell’Unione europea, Kaja Kallas, ha dichiarato ai giornalisti che sarebbe inimmaginabile – in caso finisse la guerra – restituire gli asset russi congelati da Bruxelles, a meno che Mosca non pagasse i risarcimenti.
L’Ue afferma che circa 210 miliardi di euro di beni russi sono congelati in virtù delle sanzioni imposte a Mosca per l’invasione dell’Ucraina. Quest’ultima, e alcuni membri dell’Ue, tra cui Polonia e Stati baltici, hanno esortato l’Ue a confiscare i beni e a utilizzarli per sostenere Kiev. Francia e Germania – insieme al Belgio, che detiene la maggior parte dei beni – hanno respinto la richiesta, sottolineando che l’Ue ha destinato i profitti futuri derivanti dai beni al rimborso dei costi sostenuti per aiutare l’Ucraina, mettendo persino in dubbio l’esistenza di una base giuridica per poterli confiscare.




