Mattarella: costruire significa avere speranza, non rinunciare a giovani

di Agenzia Nova
23 Agosto 2025 18:45 Aggiornato: 24 Agosto 2025 22:50

Costruire vuol dire avere speranza. «La speranza è il nutrimento più prezioso di una società. Si diffonde soltanto nell’amicizia e nella solidarietà. Questo è anche l’augurio più intenso che rivolgo al Meeting che sta per cominciare». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Bernhard Scholz. «Il Meeting – sottolinea – continua la sua storia proponendo nuove occasioni di incontro, di riflessione, di amicizia, di cultura. Un evento che ha messo radici nella società italiana e che ancora ambisce ad ampliare gli spazi di dialogo, a scavare oltre la superficie del nostro tempo per comprendere come la persona e le comunità possano, nelle trasformazioni, restare protagoniste. Desidero anzitutto esprimere il saluto più caloroso agli organizzatori, ai volontari, ai giovani impegnati per la riuscita del Meeting e a coloro che ne saranno ospiti. Per questa 46ma edizione è stato scelto il titolo: ‘Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi’. Una citazione che è anche una sfida, come tradizione per le giornate di Rimini».

«Abbiamo bisogno – sottolinea Mattarella – di costruttori di comunità. Costruttori di convivenza, di pace, di partecipazione, di solidarietà. Costruttori di una società capace di governare i mutamenti restando umana nelle fondamenta e nella civiltà. Non possiamo dare per scontate le conquiste che le precedenti generazioni ci hanno trasmesso. Libertà, democrazia, pace, modello sociale, vanno continuamente rigenerati nella fedeltà ai loro presupposti valoriali. Rigenerati e condivisi. Le straordinarie facoltà e opportunità che scienza e tecnologie ci consegnano non bastano a garantire un sicuro e autentico progresso. Il tempo che viviamo è segnato anche dagli orrori di guerre che pensavamo di aver cancellato dalla storia, da volontà di potenza che tornano a mostrarsi minacciosamente, da egoismi personali e di gruppo, da spinte omologanti, da discriminazioni, povertà, solitudini. Non dobbiamo farci vincere dalle complessità e dalle paure. Le comunità deperiscono dove prevale il disimpegno o l’indifferenza».

«Costruire – spiega il presidente della Repubblica – è rimettersi in cammino nella storia. Anche se questo richiede di attraversare territori difficili. Il calo demografico ha ridotto la presenza dei giovani nella società. Ma nessuna società che voglia avere futuro può rinunciare all’apporto dei giovani e ai loro ‘mattoni nuovi’. Le stagioni che cambiano richiedono forze, idee, energie nuove. Non è vero – conclude – che così rischiano di disperdersi i valori: così i valori più profondi possono trasmettersi e dare nuovi frutti».


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