Il World Economic Forum ha scagionato il suo fondatore, Klaus Schwab, da ogni irregolarità a seguito di un’indagine interna. In un comunicato diffuso il 15 agosto, l’organizzazione ha precisato che l’inchiesta, condotta dallo studio legale svizzero Homburger, ha riscontrato «lievi irregolarità» nelle spese, ma ha concluso che non vi fosse «alcuna prova di gravi irregolarità» né a carico di Schwab né di sua moglie, Hilde Schwab. In una nota, il Wef ha attribuito tali irregolarità a «confini sfumati tra contributi personali e operazioni del Forum» piuttosto che a condotte intenzionali. «Il Consiglio deplora profondamente l’attenzione pubblica che ha preceduto la conclusione dell’indagine, e la pressione indebita che ciò ha esercitato su Klaus e Hilde Schwab», si legge nel comunicato. «Ora che i fatti sono chiaramente stabiliti, procederemo con chiarezza, una governance più solida e un rinnovato impegno nella nostra missione» (quale che essa sia).
Sempre venerdì, il Wef ha annunciato che Larry Fink e André Hoffmann assumeranno il ruolo di co-presidenti ad interim. Fink è il cofondatore e Ad della società di servizi finanziari BlackRock. Hoffmann è il vicepresidente della multinazionale farmaceutica Roche. Schwab, che ha fondato il Wef nel 1971 come European Management Forum, si è dimesso ad aprile. Nello stesso mese, il Wall Street Journal ha reso noti i dettagli di una denuncia anonima che accusava Schwab e sua moglie di spese non autorizzate e di trattamenti inappropriati nei confronti di dipendenti donne.
Nel 2024, il Wsj ha pubblicato anche un articolo che denunciava una serie di condotte scorrette professionali da parte di Schwab. Alem Tedeneke, portavoce del Wef, ha dichiarato a Epoch Times Usa che l’organizzazione «non ha nulla da aggiungere» oltre ai comunicati emessi venerdì. L’organizzazione non ha né confermato né smentito l’accuratezza delle informazioni riportate dal Wsj.
Fink e Hoffmann sostituiscono il presidente ad interim Peter Brabeck-Letmathe, ex amministratore delegato di Nestlé, che, secondo un articolo del Journal, si è dimesso il 12 agosto a seguito di una riunione dei fiduciari per discutere i risultati dell’indagine. In una lettera di dimissioni condivisa con il Journal, Brabeck-Letmathe ha spiegato di aver rassegnato le dimissioni in parte a causa di un «ambiente di lavoro tossico» che ha dichiarato di aver osservato personalmente per diversi mesi, e che l’unica via d’uscita era che il Consiglio raggiungesse un accordo amichevole con Schwab per porre fine alla controversia.