Zelensky da Trump lunedì a parlare della proposta di Putin?

di Redazione ETI
16 Agosto 2025 17:43 Aggiornato: 17 Agosto 2025 9:14

Volodymyr Zelensky incontrerà Donald Trump a Washington lunedì 18 agosto. Lo ha annunciato oggi il presidente degli Stati Uniti su Truth: «Il presidente Zelensky verrà a Washington, nello Studio Ovale, lunedì pomeriggio. Se tutto andrà per il meglio, programmeremo poi un incontro con il presidente Vladimir Putin», ha dichiarato Trump. L’incontro è stato confermato poco dopo anche da Zelensky via X.

Il vertice Trump-Zelensky arriva immediatamente dopo l’incontro Trump-Putin in Alaska, che pur non avendo portato nessun risultato nell’immediato è stato commentato con ottimismo dal presiedente americano: «È stata una giornata grandiosa e di grande successo in Alaska! L’incontro con il presidente Vladimir Putin della Russia è andato molto bene, così come una telefonata a tarda notte con il presidente ucraino Zelensky e vari leader europei, tra cui il segretario generale della Nato» ha postato Trump. «Tutti hanno convenuto che il modo migliore per porre fine all’orribile guerra tra Russia e Ucraina sia quello di puntare direttamente a un accordo di pace, che metta fine al conflitto, e non a un semplice cessate il fuoco».

L’Ucraina ha invocato un cessate il fuoco immediato, mentre la Russia ha mostrato riluttanza ad accettare qualunque soluzione diversa da una definitiva. Sia Putin sia Zelensky hanno riconosciuto l’oggettivo impegno di Trump nel raggiungere la pace in Ucraina. Zelensky ha descritto la conversazione con Trump come «lunga e di sostanza», per poi ribadire la disponibilità dell’Ucraina «a impegnarsi con il massimo sforzo per raggiungere la pace» e il ruolo cruciale di mediazione che Donald Trump e gli Stati Uniti in generale stanno svolgendo, ma senza dimenticare il ruolo dei leader europei: «È essenziale che gli europei siano coinvolti in ogni fase per garantire, insieme all’America, solide garanzie di sicurezza» ha infatti detto Zelensky, aggiungendo di nutrire speranze nella partecipazione degli Stati Uniti per assicurare la sicurezza dell’Ucraina.

Anche Ursula von der Leyen ha ringraziato Trump per il suo grande lavoro di mediazione: «Grazie a Trump per l’aggiornamento sui colloqui in Alaska. L’Ue sta lavorando a stretto contatto con Zelensky e gli Stati Uniti per raggiungere una pace giusta e duratura. Garanzie di sicurezza solide, che tutelino gli interessi vitali di sicurezza ucraini ed europei, sono fondamentali». Nella sua nota, la von der Leyen ha affrontato le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, confermando l’impegno dell’Ue nei confronti dello Stato invaso dalla Russia tre anni e mezzo fa: «Mettiamolo in chiaro: l’Ucraina deve disporre di garanzie di sicurezza ferree per difendere efficacemente la propria sovranità e integrità territoriale. Accogliamo con favore la dichiarazione del presidente Trump secondo cui gli Stati Uniti sono pronti a fornire garanzie di sicurezza» dice la dichiarazione congiunta firmata dalla von der Leyen e da Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, Friedrich Merz, Keir Starmer, e dal presidente finlandese Alexander Stubb, dal primo ministro polacco Donald Tusk e dal presidente del Consiglio europeo António Costa.

La nota europea precisa che non dovranno essere imposte limitazioni alle forze armate ucraine e che la Russia non potrà avere diritto di veto sul percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Ue e alla Nato. L’Europa, diversamente dall’America sceglie quindi la linea dura contro Putin, che ha più volte ribadito il suo “no” più categorico all’entrata dell’Ucraina nella Nato. A riprova della volontà di esercitare la massima pressione sulla Russia, l’Europa non solo dice di garantire il massimo sostegno all’Ucraina, inasprendo «sanzioni e misure economiche più estese che esercitino pressione» sull’economia russa. In un altro messaggio su X, Zelensky ha chiesto alla Russia di interrompere gli attacchi alle infrastrutture ucraine, e la liberazione di «tutti i prigionieri di guerra» oltre ai civili e, soprattutto, ai «bambini rapiti dalla Russia».

Infine, secondo quanto riportato sabato dal Financial Times – che cita fonti dirette dei colloqui tenutisi ieri in Alaska – Putin avrebbe chiesto che l’Ucraina si ritiri dalla regione orientale di Donetsk come condizione per porre fine alla guerra; parlando con Donald Trump, Putin avrebbe offerto – in cambio del Donetsk  – il “congelamento” del resto del fronte nelle regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia.
Non è dato di sapere, allo stato attuale, se Trump abbia discusso nella chiamata con Zelensky di questa possibilità. Ma è lecito supporre che il viaggio a stretto giro di Zelensky a Washington sia stato deciso dall’amministrazione Trump proprio per battere il ferro finché è caldo: per cercare di bloccare il conflitto sperabilmente nel giro di pochi giorni.