Nel 2025 sono aumentati del 60 per cento gli ettari di terreni bruciati con il caldo che alimenta il rischio di incendi e facilita le azioni criminali dei piromani. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Effis, il sistema europeo che monitora i roghi di grandi dimensioni, diffusa con l’emergenza fuoco che minaccia vaste aree del Sud a partire dalla Campania, dove è drammatica la situazione nel parco del Vesuvio.
L’incendio rischia, infatti, di cancellare un patrimonio inestimabile di biodiversità, a partire da alcune produzioni pregiate tipiche dell’area come la Lacryma Cristi Dop, per il quale stava per partire la raccolta dell’uva, l’albicocca vesuviana e il pomodorino del Piennolo Dop. Non mancano danni anche alle attività di agriturismo ed ai relativi percorsi di degustazione. Ma a preoccupare sono i possibili effetti legati all’inquinamento del fumo e della cenere. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono quasi 57 mila gli ettari di terreni e boschi andati a fuoco, monitorati da Effis, quasi due terzi in più rispetto alla media degli ultimi vent’anni.