Boom delle esportazioni cinesi prima della stretta sui dazi americani

di Redazione ETI/Dorothy Li
9 Agosto 2025 12:48 Aggiornato: 9 Agosto 2025 16:18

Nel luglio 2025, le esportazioni cinesi hanno registrato un aumento significativo, superando le previsioni degli analisti, grazie a una forte domanda da parte delle nazioni del Sud-est asiatico e di altri mercati, che ha compensato il calo delle spedizioni verso gli Stati Uniti. Secondo i dati ufficiali pubblicati il 7 agosto dall’Agenzia generale delle dogane cinesi, le esportazioni sono cresciute del 7,2% rispetto all’anno precedente, un risultato superiore al 5,4% stimato da un sondaggio di Reuters e in miglioramento rispetto al 5,8% di giugno.
Il commercio con gli Stati Uniti ha continuato a registrare una flessione, con un calo delle spedizioni del 21,7% a giugno rispetto all’anno precedente. Al contrario, le esportazioni verso i Paesi dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico – dove i produttori cinesi hanno creato sistemi per eludere le restrizioni commerciali statunitensi – a luglio sono aumentate del 16,6%. In particolare, le spedizioni verso il Vietnam sono cresciute del 27,9%, mentre quelle verso l’Indonesia di quasi il 12%. Anche l’Unione europea ha contribuito alla crescita, con un incremento delle esportazioni cinesi del 9,2% nello stesso periodo.

Gli esperti hanno evidenziato come i dati commerciali del regime cinese confermino il ruolo crescente delle economie del Sud-est asiatico nel commercio tra Cina e Usa. I dazi imposti da Donald Trump contro il transhipment – ovvero il trasferimento di merci attraverso Paesi terzi per eludere restrizioni commerciali – sono chiaramente diretti alla Cina.
I dati doganali ufficiali del regime cinese (per quello che valgono) sono stati pubblicati lo stesso giorno in cui sono entrati in vigore i nuovi dazi imposti da Trump su numerosi Paesi. Diverse nazioni asiatiche, tra cui Vietnam, Filippine e Indonesia, sono state colpite da dazi che variano dal 19% al 40%. Un altro ordine esecutivo di Trump per contrastare le pratiche di elusione ha introdotto un dazio del 40% sulle merci trasbordate, accompagnato da ulteriori sanzioni.

Le esportazioni restano un pilastro fondamentale per la crescita della Cina, seconda economia mondiale, specialmente in un contesto di domanda interna debole e di una crisi persistente nel settore immobiliare. Secondo un alto funzionario dell’Ufficio nazionale di statistica americano sentito da Et Usa, nel primo semestre del 2025 quasi un terzo della crescita economica cinese è stato trainato dalle esportazioni. A luglio, le importazioni cinesi sono aumentate del 4,1% rispetto all’anno precedente, superando le stime degli economisti e accelerando rispetto all’1,1% di giugno. Questo ha portato il surplus commerciale a 683 miliardi e 500 milioni di dollari nei primi sette mesi dell’anno, con un incremento di quasi il 32% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Il crescente divario tra importazioni ed esportazioni, insieme alle pratiche commerciali distorsive del regime comunista cinese – come il furto di proprietà intellettuale – ha alimentato tensioni con i principali partner commerciali. Durante una visita a Pechino a luglio, i leader dell’Unione europea hanno esortato il regime cinese a ridurre lo squilibrio commerciale, sottolineando che il deficit commerciale dell’Ue con la Cina ha raggiunto 305 miliardi di euro nel 2024. Anche Trump ha indicato il massiccio squilibrio commerciale come motivo principale per imporre dazi aggiuntivi sui prodotti cinesi.

Attualmente, le merci cinesi sono soggette a un dazio Usa del 20%, finalizzato a spingere il regime comunista cinese a fermare il flusso di fentanyl verso gli Stati Uniti, oltre a un dazio base del 10% applicato a tutti i partner commerciali di Washington. Questi dazi potrebbero aumentare drasticamente se non verrà raggiunto un accordo con l’amministrazione Trump entro il 12 agosto. Dopo l’ultima sessione di negoziati ad alto livello a Stoccolma, a fine luglio, un funzionario commerciale cinese ha affermato che le due parti hanno concordato di estendere la tregua sui dazi di 90 giorni. Ma i negoziatori Usa hanno precisato che qualsiasi accordo commerciale richiederà l’approvazione diretta del presidente Usa.

In un’intervista alla Cnbc il 5 agosto, Trump ha dichiarato di essere molto vicino a un accordo con la Repubblica Popolare Cinese. I dati commerciali pubblicati dagli Stati Uniti questa settimana mostrano che il deficit commerciale con la Cina è sceso a 9 miliardi e 500 milioni di dollari a maggio, il livello più basso degli ultimi vent’anni. Ma secondo gli ultimi dati doganali cinesi, le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno superato le importazioni di beni americani di 23 miliardi e 700 milioni di dollari a luglio.

 


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