Dazi in vista per chi acquista petrolio russo

di Redazione ETI/Lily Zhou
8 Agosto 2025 15:53 Aggiornato: 8 Agosto 2025 15:53

Mercoledì Donald Trump ha lasciato intendere che potrebbero essere introdotti nuovi dazi sulle merci cinesi, dopo l’applicazione di dazi punitivi sui prodotti indiani per l’acquisto di petrolio dalla Russia.

Il dazio aggiuntivo del 25 per cento imposto all’India ha fatto seguito all’avvertimento già rivolto agli acquirenti di greggio russo circa possibili dazi secondari, a meno che il Cremlino non ponga fine al conflitto in Ucraina. Interpellato su un’eventuale estensione della misura alla Cina, Trump ha comunicato che «potrebbe accadere». Ha poi aggiunto: «Non posso dirlo con certezza. Noi lo abbiamo fatto con l’India, probabilmente lo faremo con un paio di altri Paesi. Uno di questi potrebbe essere la Cina».

L’acquisto di petrolio russo da parte di Pechino è uno dei principali nodi di frizione nei colloqui commerciali tra le due potenze. Il 30 luglio, il ministero degli Esteri cinese ha respinto quelle che ha definito «coercizioni e pressioni» statunitensi, affermando che il governo cinese «garantirà sempre l’approvvigionamento energetico in coerenza con i nostri interessi nazionali». Una posizione che non sorprende, considerato che insieme all’India, la Cina è il principale acquirente di greggio russo dall’entrata in vigore dell’embargo europeo.

I dati diffusi dal Centre for Research on Energy and Clean Air mostrano che, tra dicembre 2022 e giugno 2025, Pechino ha assorbito il 47 per cento delle esportazioni di greggio della Russia e Nuova Delhi il 38 per cento. Numeri che evidenziano come il mercato asiatico sia diventato un polmone vitale per l’economia energetica russa. Il mirare a questi grandi importatori di greggio russo, tra cui anche il Brasile e la Turchia, rientra nella strategia della Casa Bianca per esercitare pressioni sul presidente Putin in vista di un accordo di pace. Washington infatti ha rafforzato la pressione sulla Federazione Russa accorciando i tempi per l’introduzione di dazi secondari: dai cinquanta giorni iniziali annunciati a metà luglio, si è passati a una finestra di appena dieci-dodici giorni.

Sul piano diplomatico, il Cremlino ha annunciato un possibile incontro tra Trump e Putin nei prossimi giorni. Parallelamente, il ministro del Commercio statunitense Howard Lutnick ha fatto sapere che la sospensione dei dazi tra Stati Uniti e Cina, in scadenza il 12 agosto, sarà probabilmente prorogata di altri novanta giorni. Resta da capire se il ricorso alle buone maniere sarà sufficiente a raggiungere un’intesa con tutte le parti in causa.

 


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