Trump: priorità agli aiuti alimentari a Gaza

di redazione eti/Evgenia Filimianova
7 Agosto 2025 10:47 Aggiornato: 7 Agosto 2025 14:55

Nel conflitto che da mesi travolge Gaza, tra le macerie di una crisi umanitaria senza precedenti e l’impasse diplomatica internazionale, per l’amministrazione Trump emerge un punto fermo: assicurare alla popolazione civile l’accesso agli aiuti alimentari. La dichiarazione del presidente americano, rilasciata il 5 agosto nel corso di un incontro con la stampa alla Casa Bianca, non lascia margini di ambiguità: ogni considerazione sulle dinamiche militari e sull’eventuale controllo israeliano dell’enclave viene ricondotta a una competenza esclusiva del governo di Tel Aviv.

Durante un incontro con la stampa alla Casa Bianca, Donald Trump ha risposto a una domanda su un possibile sostegno statunitense a un’occupazione israeliana di Gaza. «Non so a cosa ci si riferisca con esattezza. Al momento siamo impegnati a fornire cibo alla popolazione – ha detto il presidente americano – come è noto, gli Stati Uniti hanno stanziato di recente 60 milioni di dollari per la fornitura di generi alimentari (e non sono pochi) per Gaza, dove la situazione sul piano nutrizionale è estremamente critica. Israele collaborerà sia nella distribuzione sia attraverso un sostegno finanziario». Trump ha poi aggiunto che anche alcuni Paesi arabi dovrebbero contribuire sia economicamente sia, eventualmente, con un supporto logistico: «Questa è la questione su cui si concentra l’attenzione. Per il resto, si tratta di una decisione che spetta principalmente a Israele».
Il giorno precedente, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva annunciato la convocazione, entro la settimana, del Gabinetto di Sicurezza nazionale, con l’obiettivo di impartire direttive militari volte a conseguire tre obiettivi: «Sconfiggere il nemico, liberare gli ostaggi e fare in modo che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele».

Le dichiarazioni del presidente statunitense arrivano in un momento in cui cresce la pressione internazionale affinché siano garantiti aiuti alimentari alla popolazione civile di Gaza, duramente colpita dal conflitto in corso tra Israele e l’organizzazione terroristica Hamas, che ha causato la fuga di centinaia di migliaia di persone e gravi difficoltà nell’accesso ai beni di prima necessità. «La situazione è drammatica e occorre intervenire» ha dichiarato Trump, sottolineando la necessità che gli aiuti raggiungano la popolazione e non siano intercettati da Hamas. All’iniziativa partecipa anche il Global Humanitarian Fund, organismo israelo-statunitense attivo a Gaza dal mese di maggio, che ha annunciato di aver superato il traguardo dei 100 milioni di pasti distribuiti. Il piano si fonda anche sul lavoro dell’inviato speciale Steven Witkoff e dell’ambasciatore Mike Huckabee, recentemente giunti a Gaza per valutare sul campo le esigenze logistiche e sanitarie. Le indicazioni raccolte durante una visita di oltre cinque ore sono state decisive per delineare la struttura operativa del progetto.

La portavoce del ministero degli Esteri Tammy Bruce ha evitato di commentare le intenzioni di Israele circa un’eventuale espansione delle operazioni, ribadendo che ogni scelta in tal senso rientra nella sovranità dello Stato israeliano. L’unico punto di convergenza è la volontà di impedire un ritorno di Hamas alla guida della Striscia e di proseguire gli sforzi per la liberazione degli ostaggi, comprese le spoglie di due cittadini statunitensi.


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