Garante: ddl su disforia di genere passo avanti per salute bambini e adolescenti

di Agenzia Nova
5 Agosto 2025 16:36 Aggiornato: 5 Agosto 2025 19:37

Il disegno di legge sul trattamento della disforia di genere nei minori la cui bozza, a firma dei ministri Eugenia Roccella e Orazio Schillaci, è stata approvata ieri dal Consiglio dei ministri, «costituisce un importante e necessario passo avanti nella tutela della salute fisica e psicologica di bambini e adolescenti». Lo afferma Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. «I principi affermati dal ddl, che regola l’utilizzo dei bloccanti della pubertà e degli ormoni cross-sex nelle persone di minore età – obbligo di una diagnosi multidisciplinare, documentazione di eventuali percorsi psicoterapeutici, accesso ai farmaci solo previa autorizzazione del Comitato etico pediatrico nazionale, registro aggiornato dei dati a cura dell’Agenzia italiana del farmaco, Aifa – sono gli stessi che nella stragrande maggioranza delle nazioni, dal Brasile ai Paesi Bassi, dal Regno Unito a molti stati americani, stanno orientando il passaggio dalla cosiddetta ‘terapia affermativa’ farmacologica e chirurgica a un approccio olistico e ispirato alla cautela e alla salvaguardia della salute», aggiunge Terragni.

Recentemente perfino le Nazioni Unite, in un rapporto curato da Reem Alsalem, special rapporteur contro la violenza su donne e ragazze, hanno classificato tra le violenze di genere “la transizione sociale e medica dei bambini” con le sue «conseguenze a lungo termine e dannose», rilevando che «le probabilità di essere diagnosticati con disforia di genere sono tre volte maggiori per bambini e adolescenti con una diagnosi di disturbo nello spettro autistico, con le ragazze particolarmente colpite». In forza di ciò Alsalem chiede «il divieto di transizione legale e sociale dei bambini». «Oggi in 8 casi su 10», continua la Garante, «la disforia insorge in bambine prepuberi. Ha un esordio rapido (si parla infatti di Rogd, Rapid Onset Gender Dysphoria), ed è oggetto di un vero e proprio contagio sociale riconosciuto anche da Wpath, la più grande associazione per la salute transgender e si accompagna molto spesso a omofobia interiorizzata. Infatti, almeno il 70 per cento delle bambine e ragazze trattate per disforia alla Tavistock clinic di Londra – successivamente chiusa – erano attratte da persone del proprio sesso: in questo senso la terapia affermativa sui minori può essere definita una pratica omofobica. D’altro canto, la quasi totalità di questi casi di disforia si risolve spontaneamente al termine della pubertà: qualcuno infatti propone di cambiarne la definizione in Angoscia da sessuazione pubertaria». Esprimendo l’auspicio che il disegno di legge compia rapidamente e positivamente il suo iter, Terragni osserva in conclusione che anche la cosiddetta “transizione sociale” è meritevole di attenzione: «Capita con notevole frequenza che all’insaputa delle famiglie nelle scuole si adottino nome e pronomi riferiti al ‘genere di elezione’ indicato dalla ragazza o dal ragazzo. In questi casi i genitori vanno invece immediatamente e obbligatoriamente informati».


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