L’accordo commerciale siglato lo scorso mese tra Unione Europea e Stati Uniti ha riacceso il dibattito sul ruolo di Bruxelles nei rapporti transatlantici e, più in generale, sul peso dell’Europa nelle dinamiche economiche internazionali. A sollevare la questione, nelle ultime ore, è stato il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil, intervenuto da Washington alla vigilia di un incontro con il ministro del Tesoro statunitense Scott Bessent. Secondo il ministro tedesco, Bruxelles avrebbe mostrato un’eccessiva debolezza durante i recenti negoziati commerciali con gli Stati Uniti, evidenziando l’esigenza per l’Europa di acquisire maggiore autorevolezza. «Soltanto rafforzando la nostra posizione potremo confrontarci con gli Stati Uniti con più sicurezza. Non in contrapposizione, ma attraverso un dialogo tra pari» ha affermato.
Il ministro tedesco ritiene essenziale la risoluzione tempestiva della controversia commerciale con Washington, per garantire stabilità e chiarezza alle imprese, impegnate in scelte di medio e lungo termine. Pur non essendo direttamente coinvolto nei negoziati — competenza affidata alla Commissione europea — Klingbeil ha sottolineato l’importanza di mantenere un dialogo costante con l’omologo statunitense, considerato uno strumento utile per superare le attuali incertezze. Al centro dell’incontro dunque il rilancio del partenariato transatlantico. Un confronto bilaterale costante, secondo il ministro, può contribuire a chiarire i punti ancora aperti e rafforzare il legame tra le due sponde dell’Atlantico, oggi chiamate ad affrontare sfide comuni. Il messaggio lanciato da Berlino sembra quindi chiaro: consolidare l’alleanza transatlantica su basi più solide e paritarie. L’accordo commerciale siglato con il presidente Trump, che prevede dazi al 15% sulla maggior parte dei beni ma mantiene dazi al 50% per acciaio e alluminio, è stato accolto con reazioni contrastanti. In questo contesto, Klingbeil ha espresso il proprio sostegno all’introduzione di un sistema di quote per le esportazioni europee di acciaio, da inserire nei negoziati in corso.
Accanto alla questione dei dazi, tra i temi di maggiore urgenza, figura anche l’impatto della concorrenza cinese. I mercati statunitensi e europei stanno registrando un afflusso crescente di merci a basso costo, con effetti significativi sulla competitività interna. Anche su questo fronte, la ricerca di un approccio coordinato rappresenta una priorità condivisa. Altro nodo strategico sarà il passaggio della presidenza del G20 agli Stati Uniti, previsto per la fine dell’anno, che offrirà nuove occasioni di confronto multilaterale.