I vertici delle agenzie spaziali di Stati Uniti e Russia si sono riuniti giovedì al Kennedy Space Center, in Florida, per il primo incontro in presenza dal 2018, confermando l’impegno a proseguire la collaborazione su progetti strategici come la Stazione spaziale internazionale. A confronto, l’amministratore ad interim della Nasa, Sean Duffy e il direttore di Roscosmos, Dmitry Bakanov.
Roscosmos ha reso noto che le due agenzie hanno discusso di ulteriori attività sulla Iss, di programmi lunari, dell’esplorazione congiunta dello spazio profondo e di altri progetti condivisi. La Nasa ha ribadito la volontà di mantenere viva la «cooperazione nello spazio», senza aggiungere dettagli. Il 1° agosto, l’agenzia russa Tass ha riportato la dichiarazione di Bakanov, che ha evocato l’eredità della missione Apollo-Soyuz del 1975: «In realtà, la missione Soyuz-Apollo è stata il punto di partenza. Oggi la Stazione spaziale internazionale ne è l’erede. Abbiamo lavorato insieme con successo, conoscete i segmenti russo e statunitense della Iss e i voli di scambio di equipaggi. Abbiamo basi solide su cui costruire. Non vogliamo in alcun modo rinunciare a questo patrimonio». Duffy ha sottolineato che i progetti congiunti non possono essere interrotti, precisando che le scelte politiche saranno definite in futuro. Sempre secondo la Tass, entrambi i leader hanno confermato l’utilizzo della Iss fino al 2028 e la collaborazione per la sua deorbitazione fino al 2030. Nell’estate del 2024, la Nasa e SpaceX avevano annunciato il piano per il ritiro della stazione, che sarà guidata in un rientro controllato nell’atmosfera terrestre entro il 2030 tramite una variante del veicolo Dragon Cargo. Bakanov ha evidenziato il valore del dialogo diretto: «Il contatto diretto tra i vertici di Roscosmos e Nasa era fondamentale. Sean Duffy ci ha aiutato a ottenere l’opportunità di venire qui per il lancio congiunto della nostra missione, in cui il cosmonauta Oleg Platonov raggiungerà la Stazione spaziale internazionale insieme ad astronauti americani». L’incontro ha coinciso con il lancio programmato di quattro astronauti verso la Iss, previsto per giovedì a bordo del razzo Falcon 9 e del veicolo Crew Dragon Endeavour di SpaceX. Il decollo dell’equipaggio, composto da due americani, un russo e un giapponese, è stato annullato a 67 secondi dal via per condizioni meteorologiche avverse. Ripianificato per venerdì, il lancio è stato annunciato come riuscito da SpaceX il 1° agosto, con un video diffuso su X.
Mentre Washington e il Cremlino rafforzano la loro partnership spaziale, funzionari statunitensi esprimono crescenti timori per le minacce di Mosca nello spazio. Il 15 maggio, in un vertice sulla sicurezza, il capo delle operazioni della Space Force, il generale B. Chance Saltzman, ha avvertito che Russia e Cina stanno sviluppando tecnologie militari avanzate: «Dispongono di capacità come il recupero di satelliti per rimuoverli dalle orbite operative e tecnologie missilistiche antisatellite», ricordando che, prima dell’invasione dell’Ucraina, la Russia ha distrutto un satellite con un missile antisatellite, replicando un’azione compiuta dalla Cina 14 anni prima. Saltzman ha anche accennato alla possibilità che Mosca stia valutando armi nucleari in orbita: «L’idea di collocare un’arma nucleare in orbita mostra un comportamento irresponsabile e aggressivo da parte della Russia, che intende controllare il dominio spaziale con effetti ben oltre un semplice impatto militare locale».