Il ministro delle Finanze della Thailandia, Pichai Chunhavajira, ha detto oggi che i colloqui commerciali con gli Stati Uniti si concluderanno probabilmente prima del primo agosto e che le tariffe statunitensi a carico delle merci thailandesi non raggiungeranno il 36 per cento, aliquota che scatterebbe dal mese prossimo in assenza di un accordo. Lo scorso anno gli Stati Uniti sono stati il principale mercato di esportazione della Thailandia, con il 18,3 per cento delle spedizioni totali pari a 54,96 miliardi di dollari. Washington ha stimato un deficit commerciale con la Thailandia di 45,6 miliardi di dollari. «La Thailandia è pronta a negoziare e la nostra proposta rimane invariata», ha detto Pichai ai giornalisti. «Gli Stati Uniti hanno aperto la strada a ulteriori negoziati e noi proseguiremo le discussioni». Interrogato sulla possibilità di chiudere i colloqui entro il primo agosto, Pichai ha risposto: «Sì, si può fare in tempo. Siamo decisamente pronti e ora vedremo cosa decideranno gli Stati Uniti».Le tariffe potrebbero essere annunciate l’1 o il 2 agosto. «La situazione è molto vicina a una soluzione. Credo che sicuramente non affronteremo il 36 per cento», ha aggiunto il ministro. All’inizio di luglio, Pichai aveva detto che la Thailandia ha fatto ulteriori concessioni rispetto a una precedente proposta migliorata, che prevedeva tariffe zero su molti prodotti statunitensi.
Le tariffe Usa sulla Thailandia dovrebbero allinearsi a quelle applicate ad altri Paesi della regione, come Vietnam e Indonesia, che ora affrontano tariffe rispettivamente del 20 e del 19 per cento, molto inferiori ai livelli annunciati ad aprile.Thailandia-Cambogia: regge la tregua al confine, in corso colloqui tra comandanti
Bangkok, 29 lug 07:51 – (Agenzia Nova) – La situazione al confine tra Thailandia e Cambogia è tornata calma oggi, dopo giorni di violenti combattimenti interrotti da un accordo di cessate il fuoco. Il premier thailandese ad interim Phumtham Wechayachai ha dichiarato che i comandanti militari delle due parti si incontreranno per dei colloqui nel corso della giornata. Phumtham e il primo ministro cambogiano Hun Manet si sono incontrati ieri in Malesia e hanno concordato una tregua per porre fine al più sanguinoso confronto tra i due Paesi da oltre un decennio.
Cinque giorni di scontri hanno causato almeno 38 morti, in gran parte civili, e oltre 300.000 sfollati. Secondo un comunicato dell’Esercito thailandese, tuttavia, truppe cambogiane avrebbero attaccato almeno cinque località nelle prime ore di oggi, violando il cessate il fuoco in vigore dalla mezzanotte. La Thailandia avrebbe risposto «in modo proporzionato». Il premier ad interim thailandese ha comunque minimizzato gli incidenti, affermando di aver parlato con il ministro della Difesa cambogiano prima dei colloqui tra i vertici militari. «Non c’è alcuna escalation. Al momento la situazione è calma», ha detto ai giornalisti.La portavoce del ministero della Difesa cambogiano, Maly Socheata, ha negato che la tregua sia stata violata. Anche il ministro della Difesa cambogiano Tea Seiha, in un messaggio su Facebook, ha assicurato che l’Esercito di Phnom Penh ha «rispettato rigorosamente il cessate il fuoco», respingendo le accuse di Bangkok. Tea Seiha ha inoltre annunciato che i vertici del ministero condurranno diplomatici e addetti militari stranieri al confine nel corso della giornata. Un nuovo incontro è previsto il 4 agosto a Phnom Penh con la partecipazione di ufficiali thailandesi. Intanto, stamattina si sono già svolti incontri tra ufficiali nelle province thailandesi di Trat e Chanthaburi, così come tra comandanti delle zone più colpite dai recenti combattimenti. L’incontro principale tra le due parti, previsto inizialmente per le 10 ora locale, è stato posticipato. Intanto, nel distretto di Kantharalak, nella provincia thailandese di Sisaket, circa 30 km dalla linea del fronte, la vita quotidiana è ripresa. Le strade, rimaste deserte da giovedì a causa dei combattimenti, hanno ricominciato a riempirsi di auto, moto e veicoli militari.