L’intelligenza artificiale minaccia la dignità umana

di Redazione ETI/Rex Widerstrom
26 Luglio 2025 14:24 Aggiornato: 26 Luglio 2025 14:24

L’intelligenza artificiale sta trasformando ogni aspetto della vita quotidiana, dando impulso a numerosi studi che ne analizzano gli effetti: dal plagio all’occupazione, dalla diagnostica medica alla guida autonoma. Una ricerca recente, però, sposta l’attenzione su un tema cruciale, cioè l’effetto dell’Ia sull’umanità in generale, e la conclusione è allarmante: questa tecnologia minaccia la dignità umana.

Maria Randazzo, docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’università australiana Charles Darwin e principale autrice dello studio, afferma che l’intelligenza artificiale rimodelli con una rapidità senza precedenti il panorama giuridico ed etico dell’Occidente, mettendo a rischio i valori democratici e consolidando pregiudizi sistemici. E i creatori di queste tecnologie, sottolinea la ricercatrice, fanno ben poco per affrontare il problema, mentre le nuove versioni di alcuni modelli linguistici avanzati sembrano aggravare la situazione. Spetta quindi ai parlamentari intervenire per limitarne gli abusi, perché le normative attuali non tutelano adeguatamente diritti fondamentali come privacy, non-discriminazione, autonomia degli utenti e proprietà intellettuale. La ragione sta nell’opacità degli algoritmi, tutelati come proprietà intellettuale dai colossi tecnologici. Per gli utenti, le risposte dei sistemi di apprendimento automatico o profondo risultano incomprensibili, poiché è impossibile verificare se e come un modello di intelligenza artificiale violi i loro diritti o la loro dignità, né possono ottenere giustizia.

La studiosa parla di un «problema della scatola nera», perché quello che avviene all’interno di questi sistemi resta ignoto a chi non lavora nelle grandi aziende tecnologiche. Si tratta di un problema estremamente grave, destinato ad aggravarsi in assenza di normative adeguate. L’intelligenza artificiale, chiarisce, non ha, ovviamente, intelligenza umana: è un capolavoro d’ingegneria, non di cognizione. Senza consapevolezza delle proprie azioni, né capacità di pensiero umano, si limita a riconoscere modelli, manca di corporeità, memoria, empatia o saggezza.

Le tre potenze digitali mondiali — Usa, Cina e Unione Europea — adottano ognuna approcci diversi all’Ia, orientati rispettivamente al mercato, allo Stato e all’essere umano. Per la Randazzo, il modello umano-centrico europeo è il più promettente per salvaguardare la dignità umana, ma senza un impegno internazionale anche questo approccio resta limitato.

 


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