La marina militare russa ha avviato un ciclo di esercitazioni nei mari del Pacifico, dell’Artico, del Baltico e del Caspio, come comunicato dal ministero della Difesa di Mosca. Le grandi manovre, chiamate “Tempesta di Luglio” e in corso fino al 27 luglio, mirano a testare la prontezza della flotta per «missioni non convenzionali, con l’impiego di armamenti di precisione a lungo raggio, sistemi senza equipaggio e mezzi corazzati», si legge in un comunicato diffuso il 23 luglio sul canale Telegram del ministero. Alle operazioni partecipano oltre 150 navi da guerra e di supporto, 120 aerei, 10 sistemi missilistici costieri, circa 950 mezzi militari e più di 15 mila soldati. Le navi si dispiegheranno in aree operative, condurranno azioni antisommergibile e proteggeranno basi strategiche e attività economiche. Gli equipaggi si addestreranno anche a neutralizzare droni aerei e navali e a colpire obiettivi nemici, sia terrestri sia marittimi, secondo l’agenzia Tass. Alle esercitazioni prendono parte le flotte del Nord, del Pacifico, del Baltico e la Flottiglia del Caspio, sotto il comando dell’ammiraglio Aleksandr Moiseyev, alla guida della marina russa dal 2024.
Dal 2022, quando la Russia ha invaso e annesso vaste aree dell’Ucraina orientale e sud-orientale, definendo l’operazione una «missione militare speciale», la marina russa ha subito perdite rilevanti, soprattutto nel Mar Nero. La Flotta del Mar Nero, basata in Crimea — annessa da Mosca nel 2014 dopo un referendum non riconosciuto a livello internazionale — ha riportato numerosi insuccessi contro le forze ucraine.
La Flotta del Nord, la più grande della Russia, opera da Severomorsk, vicino al mare di Barents. Secondo dati pubblici, la marina russa è la terza potenza navale mondiale per “tonnellaggio”, dopo Stati Uniti e Cina, con circa 160 mila militari attivi e oltre 220 unità navali operative, tra cui 14 sottomarini nucleari lancia-missili balistici. A fine maggio, Putin ha approvato una strategia navale di lungo termine, con orizzonte al 2050, per consolidare la Russia come potenza marittima. A giugno, Nikolai Patrushev, stretto consigliere del Cremlino e presidente del nuovo Collegio Marittimo, ha dichiarato al giornale Argumenty i Fakty: «Il documento definisce i requisiti fondamentali per la futura capacità di combattimento della flotta e i suoi compiti principali in tempo di pace e di guerra». Il piano analizza la situazione politico-militare mondiale, individua potenziali aree di conflitto e confronta la forza delle principali potenze navali. Valuta, inoltre, lo stato attuale della marina russa alla luce dell’esperienza del conflitto in Ucraina. Patrushev ha sottolineato la necessità di innovazione tecnologica per superare le flotte rivali: «È indispensabile progettare e costruire navi con caratteristiche tattico-tecniche superiori a quelle delle flotte estere», ha affermato, secondo Tass. Istituito nel 2024, il Collegio Marittimo punta a rafforzare la marina russa, sviluppare la Rotta del Mare del Nord — che collega Eurasia e Asia-Pacifico — e garantire l’accesso alle principali rotte marittime.