Lunedì, i carri armati israeliani sono entrati per la prima volta a Deir Al-Balah, nel cuore della Striscia di Gaza, dopo che le Forze armate israeliane hanno annunciato l’espansione delle operazioni nel territorio. Domenica, il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, colonnello Avichay Adraee, aveva diramato un avviso di evacuazione per i residenti della città, situata al centro della Striscia: «Le Forze di difesa israeliane continuano a operare con grande determinazione per neutralizzare le capacità nemiche e distruggere le infrastrutture terroristiche nella zona, estendendo le attività in un’area in cui non avevano mai operato prima. Per la vostra sicurezza, evacuate immediatamente l’area e dirigetevi a sud, verso Al-Mawasi». L’esercito ha distribuito anche volantini, ordinando agli abitanti di diversi quartieri nel sud-ovest di Deir Al-Balah di lasciare le loro case e spostarsi più a sud.
L’allargamento delle operazioni ha suscitato forte preoccupazione tra le famiglie degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. «Qualcuno può garantirci che questa decisione non comporterà la perdita dei nostri cari? — ha chiesto il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi in una dichiarazione — Chiediamo al primo ministro, al ministro della Difesa e ai vertici delle Forze di difesa israeliane di spiegare con urgenza ai cittadini israeliani e alle famiglie quale sia il piano per i combattimenti e come intendano proteggere gli ostaggi ancora a Gaza».
Nella scorsa fine settimana, una grande manifestazione si è tenuta a Tel Aviv per chiedere un accordo che garantisca il rilascio degli ostaggi e ponga fine al conflitto. Secondo quanto dichiarato all’inizio del mese dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, almeno 20 dei 50 ostaggi ancora detenuti a Gaza sarebbero vivi.
Domenica, almeno 67 persone sono morte sotto il fuoco israeliano mentre attendevano l’arrivo di camion di aiuti delle Nazioni Unite, secondo il ministero della Sanità di Gaza, un ente controllato da Hamas. Il Programma alimentare mondiale dell’Onu ha confermato l’incidente su X, spiegando che una carovana di 25 camion carichi di cibo aveva attraversato il valico di Zikim: «Mentre la carovana si avvicinava, la folla circostante è stata colpita da carri armati, cecchini e altre armi da fuoco israeliane — ha denunciato l’Onu — Siamo profondamente preoccupati e addolorati per questo tragico incidente, che ha causato la perdita di innumerevoli vite. Molti altri hanno subito ferite gravissime. Queste persone cercavano solo di ottenere cibo per sfamare sé stesse e le loro famiglie, ormai sull’orlo della fame».
L’esercito israeliano ha dichiarato che le truppe hanno sparato colpi di avvertimento contro una folla di migliaia di persone nel nord di Gaza per neutralizzare «una minaccia immediata», ha aggiunto che le prime indagini suggeriscono che le cifre delle vittime siano gonfiate e ha sottolineato di che i soldati israeliani «non prendono di mira intenzionalmente i camion di aiuti umanitari».
L’allargamento delle operazioni israeliane arriva mentre l’inviato speciale per gli ostaggi dell’amministrazione Trump, Adam Boehler, ha invitato Hamas ad accettare la proposta israeliana per avvicinare la prospettiva di un accordo di pace in un’intervista del 20 luglio alla Cnn. Due giorni prima, Abu Ubaida, portavoce dell’ala militare di Hamas, aveva dichiarato in un discorso televisivo che Hamas vuole la tregua ma Israele ha respinto le sue proposte per il rilascio degli ostaggi: «se il nemico persiste nell’ostinazione e sabota anche questa tornata di negoziati, come ha fatto in precedenza, non possiamo garantire il ritorno a intese parziali o alla proposta di liberare 10 ostaggi».
Israele e Hamas stanno attualmente conducendo negoziati indiretti a Doha, in Qatar, per raggiungere una tregua di 60 giorni e un accordo per il rilascio degli ostaggi. Hamas insiste affinché qualsiasi intesa ponga fine al conflitto, mentre Netanyahu ha ribadito che la guerra terminerà solo quando Hamas sarà disarmato e i suoi leader espulsi da Gaza.