Vladimir Putin ha manifestato la volontà di avviare negoziati di pace con l’Ucraina, pur sottolineando che Mosca darà priorità al raggiungimento dei propri obiettivi. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, durante un’intervista trasmessa il 20 luglio dalla televisione di Stato.
Nel corso del programma, Peskov ha commentato le recenti dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, spesso caratterizzate da toni aspri, ma ormai percepite come parte di una retorica consolidata a livello internazionale. Ha però evidenziato che Trump ha più volte ribadito il proprio impegno per favorire un accordo di pace.
«Il presidente Putin ha ripetutamente espresso il desiderio di giungere a una risoluzione pacifica della questione ucraina il prima possibile. Si tratta di un processo lungo e complesso, che richiede impegno e non è privo di difficoltà» ha dichiarato Peskov al giornalista Pavel Zarubin, «Per noi, l’aspetto fondamentale è il raggiungimento dei nostri obiettivi, che sono chiari e ben definiti».
Il 3 luglio, Trump ha avuto un colloquio telefonico con Putin definito del tutto improduttivo, evidentemente per mancanza di volontà da parte del Cremlino di mettere fine a questo conflitto. Da lì, erano derivate le nuove sanzioni doganali contro la Russia (in solido con i suoi alleati Brics) e il cambio di passo del sostegno bellico da parte della Nato all’Ucraina. E il 18 luglio l’Unione Europea ha approvato un ulteriore pacchetto di sanzioni contro la Russia, con misure punitive mirate in particolare al settore energetico di Mosca.
Ieri, 19 luglio, poi, Zelensky aveva proposto una nuova tornata di negoziati di pace con la Russia, dopo i due round infruttuosi tenutisi in Turchia all’inizio del 2025. Secondo quanto riferito da Zelensky stesso, il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov, che ha guidato le precedenti sessioni di negoziati, ha avanzato alla Russia un’offerta per un nuovo incontro; e d’altronde, il presidente ucraino stesso aveva poi aggiunto di essere disponibile a un colloquio diretto con Putin: «Un incontro a livello di capi di Stato è indispensabile per garantire una pace autentica e duratura».
Durante i colloqui di giugno, Mosca aveva posto condizioni rigide oltre l’accettabile per porre fine al conflitto, tra cui la richiesta che l’Ucraina cedesse quattro province sudorientali parzialmente controllate dalle forze russe. Oggi, Putin, benché si definisca genericamente orientato a concludere la guerra, torna ancora una volta a ribadire la priorità dei propri obiettivi. E se la priorità rimangono “i propri obiettivi”, invece della pace, potrebbe purtroppo arrivare presto l’ennesima fumata nera.