Paolo Borsellino «non è stato solo un magistrato di straordinario valore, ma anche un servitore dello Stato coraggioso, determinato a far luce sulle zone d’ombra tra criminalità organizzata e poteri deviati, ponendo interrogativi scomodi e cercando responsabilità anche all’interno degli apparati istituzionali corrotti». Lo dichiara il Ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati. «Sapeva che il confine tra legalità e illegalità può essere fragile, e che la mafia si nutre anche del silenzio – prosegue –. Trentatré anni fa, il 19 luglio 1992, nella strage di via D’Amelio, la mafia lo assassinò insieme ai cinque agenti della sua scorta. Fu un attacco diretto all’idea stessa di uno Stato libero, sovrano e indipendente. Ma il tritolo non ha cancellato la sua visione: l’ha resa più forte, trasformandola in un esempio e in una strada da seguire», conclude Casellati.

Il luogo della strage avvenuta il 19 luglio 1992, in via Mariano d'Amelio a Palermo, nel quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.L'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo. ANSA
Casellati: Borsellino magistrato e coraggioso servitore dello Stato, un esempio da seguire
18 Luglio 2025 16:57 Aggiornato: 18 Luglio 2025 16:57