Il nucleare è sicuro, economico e a basse emissioni. È quanto emerge dal rapporto «Lo sviluppo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale» presentato oggi alla Camera da Confindustria ed Enea che considerano il nucleare il pilastro su cui rafforzare l’indipendenza energetica italiana e stabilizzare i costi. La transizione richiede «un approccio tecnologicamente neutrale» che valuti tutte le fonti di decarbonizzazione. Il documento chiede regole chiare e convergenza politica di lungo periodo. Centrale l’istituzione di un’Autorità di sicurezza nucleare indipendente e la previsione anche una cabina di regia per coordinare il programma nazionale.
Secondo il rapporto Confindustria ed Enea il nucleare garantirebbe continuità di approvvigionamento e supporto alla rete elettrica, con una riduzione del prezzo dell’energia che favorirebbe la competitività dell’industria italiana. Un obiettivo per il quale sono indispensabili «decisioni rapide per centrare i target 2030-2050».
Il piano prevede l’entrata in funzione di uno Small Modular Reactor (Smr) di terza generazione già nel 2035, apripista di una flotta nazionale. In una seconda fase verrebbero introdotti gli Advanced Modular Reactor di generazione IV, più efficienti e ad alta sicurezza. La modularità permetterebbe investimenti scaglionati e economie di scala, con un costo di investimento fra 3.000 e 5.000 dollari kW al 2050 e un costo di generazione stimato che oscilla fra 70 e 110 dollari/MWh, in linea con le altre tecnologie low-carbon. Il programma è strutturato in tre tappe: partnership internazionali, costruzione dei primi impianti con supply chain nazionale, ampliamento della flotta. Per i promotori «la bassa volatilità del prezzo del combustibile» rende il nucleare un pilastro per la competitività di lungo termine poiché gli Smr assicureranno una produzione continua, ridotti consumi di combustibile e minori volumi di scorie rispetto ai reattori tradizionali. Il rapporto ricorda che la stabilità della fonte è cruciale per integrare quote crescenti di rinnovabili non programmabili. Un quadro normativo snello e incentivi mirati sono considerati «condizione necessaria» per attrarre capitali pubblici e privati.