Ugl: si garantisca un futuro all’ex Ilva usando forni elettrici

di Agenzia Nova
15 Luglio 2025 13:38 Aggiornato: 15 Luglio 2025 14:40

«Serve un impegno concreto e immediato a salvaguardia dell’intera filiera produttiva siderurgica nazionale» con una finalità imprescindibile del mantenimento dell’attuale e totale occupazione. Il senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori in questi anni di crisi, sottolineando che «non è più tollerabile alcuna ulteriore incertezza o rinvio». Lo dichiarano il segretario nazionale Ugl metalmeccanici Antonio Spera, il vicesegretario nazionale con delega alla siderurgia Daniele Francescangeli e il segretario confederale Aurelio Melchionno dopo il tavolo di ieri, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, convocato dal ministro Adolfo Urso per fare il punto sul futuro dello stabilimento siderurgico ex Ilva. All’incontro hanno partecipato tutte le parti coinvolte nella definizione dell’Accordo di Programma interistituzionale, finalizzato alla decarbonizzazione dell’impianto pugliese. La richiesta al governo è netta: un piano industriale che dia la garanzia della decarbonizzazione e il mantenimento dei livelli occupazionali in tutti i siti coinvolti.

Il nuovo piano industriale – si legge nella nota – mira a trasformare radicalmente la produzione, sostituendo i tradizionali altoforni con tre forni elettrici alimentati da preridotto (Dri – Direct Reduced Iron), una materia prima più sostenibile che consente una produzione d’acciaio con minori impatti ambientali. Due le ipotesi attualmente in discussione: la realizzazione di tre forni elettrici e altrettanti impianti Dri direttamente a Taranto; l’installazione dei tre forni a Taranto, ma con fornitura del Dri proveniente da un altro sito produttivo del mezzogiorno, gestito dalla società Dri Italia, dove il reperimento del gas risulta e da un consenso positivo politico e economico. Entrambe le soluzioni puntano a garantire una capacità produttiva annua di 6 milioni di tonnellate, assicurando continuità operativa durante la transizione. L’obiettivo dichiarato è accelerare il percorso verso la decarbonizzazione, anticipando i tempi rispetto al piano originario, che prevedeva 12 anni.


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