Corte europea: Mosca responsabile di gravi violazioni in Ucraina

di redazione eti/Victoria Friedman
10 Luglio 2025 14:57 Aggiornato: 10 Luglio 2025 14:57

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha scritto una pagina significativa nella complessa vicenda giuridica e politica del conflitto tra Russia e Ucraina, con la sua sentenza che riconosce la responsabilità russa di gravi violazioni dei diritti umani commesse a partire dal 2014, compreso l’abbattimento del volo MH17 della compagnia Malaysia Airlines. La sentenza riguarda tre ricorsi presentati dall’Ucraina, che denunciano esecuzioni extragiudiziali, torture, lavoro forzato e il trasferimento di minori ucraini in Russia, dove in molti casi sarebbe stata agevolata la loro adozione. Un quarto ricorso, presentato dai Paesi Bassi, ha portato la Corte a riconoscere la responsabilità di Mosca per l’abbattimento del volo MH17, avvenuto il 17 luglio 2014 sopra l’Ucraina orientale, in un’area controllata da forze separatiste filorusse. Nell’attacco morirono tutte le 298 persone a bordo, tra cui 196 cittadini olandesi.

La Corte ha stabilito all’unanimità che la Russia è responsabile non solo per le azioni del proprio esercito, ma anche per quelle dei separatisti sostenuti da Mosca. Un verdetto che rafforza la posizione di chi, da anni, chiede una piena assunzione di responsabilità da parte delle autorità russe.

Il Consiglio d’Europa, con sede a Strasburgo, è un’organizzazione internazionale nata nel secondo dopoguerra per promuovere lo Stato di diritto e la tutela dei diritti umani. Ne fanno parte 46 Paesi, tra cui tutti gli Stati membri dell’Unione europea. La Corte europea dei diritti dell’uomo è il suo organo giurisdizionale.

Nel leggere la sentenza in aula, il presidente della Corte, Mattias Guyomar, ha dichiarato che le violazioni documentate vanno oltre gli obiettivi militari. In particolare, l’uso sistematico della violenza sessuale da parte delle forze russe è stato definito un «atto di atrocità equivalente alla tortura» e parte di una strategia volta a colpire il morale della popolazione ucraina.
Sul piano politico, la Corte ha segnalato che la condotta della Russia rappresenta una minaccia ai principi di convivenza pacifica in Europa, toccando le fondamenta democratiche su cui si basa il Consiglio d’Europa. L’espulsione di Mosca da tale organismo, avvenuta nel marzo 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina, non impedisce tuttavia al tribunale di esaminare fatti accaduti precedentemente.

Non si è fatta attendere la replica del Cremlino, che ha annunciato di non riconoscere la sentenza, definendola priva di valore giuridico, una posizione coerente con l’atteggiamento assunto da Mosca negli ultimi anni rispetto agli organismi giurisdizionali internazionali, ma che rischia di acuire l’isolamento diplomatico della Russia nel consesso europeo. E ci sono altri procedimenti, presentati dall’Ucraina, che sono ancora all’esame della Corte. Nel maggio scorso, alcuni Stati europei hanno sostenuto la creazione di un tribunale speciale sotto l’egida del Consiglio d’Europa, con l’obiettivo di perseguire il presidente Putin e altri alti funzionari per il crimine di aggressione contro l’Ucraina. Kiev accusa le forze russe di migliaia di crimini di guerra dal 2022, accuse che Mosca respinge.