Arrestato 24enne a Bergamo che pubblicava propaganda jihadista

di Agenzia Nova
1 Luglio 2025 13:00 Aggiornato: 1 Luglio 2025 13:00

Alcuni giorni fa, la polizia di Stato, nell’ambito di una indagine svolta sotto la direzione della Direzione distrettuale antiterrorismo della procura della Repubblica di Bologna, ha dato esecuzione a un decreto di perquisizione locale personale e informatica nei confronti di un 24enne di origini marocchine, per il reato di istigazione a delinquere commessa attraverso strumenti, già residente in provincia di Modena e attualmente domiciliato nella bergamasca. Lo comunica una nota.

Tale attività è stata il culmine di una complessa indagine, svolta negli ultimi due anni dalla Digos di Bologna e dal centro operativo per la Sicurezza cibernetica di Bologna, coordinati dalla direzione centrale della polizia di prevenzione e dal servizio polizia postale e per la sicurezza informatica, scaturita da attività di monitoraggio sui social media, nel corso della quale era emerso all’attenzione degli investigatori il profilo Facebook del giovane internauta, caratterizzato da oltre cinquemila follower. Su tale profilo, il giovane aveva pubblicato numerosi reel che richiamavano la propaganda jihadista tipica di organizzazione terroristiche come l’Islamic State. In tale ambito, infatti, sono stati rilevati e analizzati numerosi canti e video ed altri contenuti multimediali che richiamano, tra l’altro, gesta di mujaheddin dell’Islamic State, autori di azioni suicide in nome e per conto di tale organizzazione terroristica, o richiami al jihad armato. A titolo di esempio, già in data 9 dicembre 2023 l’internauta aveva pubblicato un reel caratterizzato da un’immagine fotografica dove si evidenziavano una tastiera da computer ed un Corano, con riflessa l’immagine dell’effige dell’Islamic State sovrapposta, in modo parziale, proprio al Corano. A corredo di tale immagine erano presenti delle frasi scritte con idiomi della lingua araba, così traducibili: «Siamo entrati nell’anno 2024 e Alcuni credono ancora che l’auto sia un mezzo per dimostrare il tenore di vita e non un mezzo di trasporto. Alcuni credono ancora che gli abiti siano un mezzo di tentazione per ostentare il fascino del corpo e non siano solo una copertura per il corpo. Alcuni credono ancora che le case siano un luogo di cui si vantano davanti agli ospiti e ricevere attenzioni, non un luogo in cui vivere. Alcuni giudicano ancora le persone attraverso le loro apparenze e hanno dimenticato che esistono un cuore e una mente. Viviamo in una società ipocrita immersa nell’amore per le apparenze».

Inoltre – prosegue la nota –, detto reel è accompagnato da un tipico canto jihadista, reperibile anche su piattaforme di condivisione di tale materiale, dal titolo «I leoni della gloria aspettano», in cui si fanno espliciti richiami all’avvento di una società completamente islamizzata, come: «Porteremo la fiamma del monoteismo… Con esso ci verrà concesso il paradiso dell’eternità… Vivremo nella dimora paradisiaca … Innalzeremo sopra i mondi il Corano… simbolo della vittoria e del sacrificio (…)». In un altro reel pubblicato in data 10 febbraio 2024, veniva raffigurato un uomo che canta il nasheed: «Il nostro Stato è vittorioso», nel cui testo si afferma esplicitamente «Il nostro stato è vittorioso. Saluti a Baghdad e i suoi eroi sono leoni, Cavalieri del martirio. Il nostro Stato è vittorioso. L’anima è In Yusufiyah. Il sangue del miscredente viene versato». L’immagine di accompagnamento riprodotta nel reel corrispondeva a quella di Abu Osama Al Tunisi, noto in rete quale combattente dell’Islamic State morto il 25 luglio 2017 in Siria.

 


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times