Trump torna alla linea dura con Cuba 

di Redazione Eti/Aldgra Fredly
1 Luglio 2025 10:20 Aggiornato: 1 Luglio 2025 10:21

Donald Trump reintroduce una linea politica più rigida nei confronti di Cuba, cancellando le aperture dell’amministrazione Biden, che avevano attenuato la pressione sul regime dell’Avana. Il provvedimento si inserisce in un’impostazione statunitense volta a incoraggiare e promuovere cambiamenti all’interno della società cubana.

Tra le misure più rilevanti del memorandum firmato dal presidente degli Stati Uniti, figura il divieto di turismo (in quanto fonte di ricchezza per il regime cubano). Restano consentiti i viaggi a scopo educativo, purché finalizzati a obiettivi formativi riconosciuti come legittimi. Il documento dispone inoltre la cessazione di pratiche economiche considerate favorevoli al governo, che avvantaggino direttamente o indirettamente le forze armate e gli apparati di sicurezza cubani, fatta eccezione per quelle a sostegno della popolazione. Il ruolo di monitorare e pubblicare la lista delle organizzazioni coinvolte in tali rapporti è stato affidato al ministro degli Esteri Marco Rubio (che è figlio di cubani figgiti dal regime di Fidel Castro ed è un fermo sostenitore della linea dura contro la dittatura comunista cubana).

Nell’ottica di migliorare le condizioni di vita della popolazione, il memorandum prevede anche iniziative volte ad ampliare l’accesso a Internet e a promuovere la libertà di stampa. L’orientamento della nuova politica stabilisce che ogni forma di dialogo o collaborazione tra Stati Uniti e Cuba debba rispondere agli interessi dei cittadini di entrambe le nazioni.

Nel testo si sottolinea infatti come «il popolo cubano soffra da lungo tempo sotto un regime comunista che reprime le sue legittime aspirazioni di libertà e prosperità, senza riconoscere la dignità umana fondamentale». Viene perciò ribadito l’impegno a valutare periodicamente la strategia adottata, con l’obiettivo di promuovere i diritti umani, lo Stato di diritto, l’economia di mercato e i principi democratici. Tra le disposizioni figura anche una revisione dei casi di violazioni dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda detenzioni arbitrarie e trattamenti inumani. È richiesta inoltre una relazione sui latitanti della giustizia statunitense attualmente residenti a Cuba o protetti dal governo dell’isola.

La decisione è stata duramente criticata dal ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez, secondo il quale si tratterebbe di un atto volto a rafforzare «l’aggressività e il blocco economico» e a ostacolare lo sviluppo del Paese. In un messaggio pubblicato sui social media, Rodriguez ha definito la misura «una condotta criminale» e «una violazione dei diritti umani di un’intera nazione».

L’orientamento dell’amministrazione Trump si pone in netto contrasto con quello della precedente, che nel corso del proprio mandato, aveva annullato una misura del 2017 volta a limitare i rapporti economici con organizzazioni cubane legate alle forze armate e al regime. Tra le decisioni più significative di Biden figurava anche la rimozione di Cuba dalla lista stilata dal ministero degli Esteri dei Paesi accusati di sostenere il terrorismo, in seguito a pressioni esercitate da alleati come la Colombia e l’Unione europea. Con il ritorno di Trump alla presidenza, Cuba è stata reinserita in elenco, con conseguente interruzione degli aiuti esteri statunitensi, divieto di esportazione e vendita di materiali per la difesa, restrizioni su beni a “duplice uso” e limitazioni finanziarie.
Marco Rubio ha dichiarato che il regime cubano non collabora a livello di antiterrorismo e che il regime si è rifiutato di consegnare almeno undici ricercati, alcuni dei quali coinvolti in attività terroristiche.


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