Il regime cinese intimidisce il vicepresidente di Taiwan

di Redazione ETI/Lily Zhou
28 Giugno 2025 11:33 Aggiornato: 28 Giugno 2025 11:33

Funzionari diplomatici e agenti collegati al regime cinese hanno pedinato la vicepresidente di Taiwan, Hsiao Bi-khim, durante una visita ufficiale a Praga nel 2024, nell’ambito di un piano prestabilito di intimidazione. La conferma è giunta dal servizio di intelligence militare ceco.

Nel marzo 2024, la vicepresidente di Taiwan aveva incontrato il presidente del Senato della Repubblica Ceca, Milos Vystrcil, durante una visita di tre giorni, avvenuta poche settimane prima dell’assunzione della carica accanto al presidente taiwanese Lai Ching-te. Il mese successivo, il portale d’informazione Seznam Zpravy aveva riferito che un diplomatico cinese, nel seguire il corteo ufficiale, aveva attraversato un incrocio con il semaforo rosso, rischiando di provocare un incidente. Il ministero degli Esteri ceco aveva reso noto di aver avviato accertamenti sull’episodio e che l’ambasciatore cinese era stato convocato.
Giovedì, l’intelligence militare ceca ha confermato che la vicepresidente di Taiwan era finita nel mirino del regime cinese: il piano era di provocare una collisione con il veicolo su cui viaggiava. In una nota rilasciata a Reuters, Jan Pejsek, portavoce del servizio di intelligence militare, ha dichiarato che l’operazione prevedeva il pedinamento fisico della vicepresidente, la raccolta di informazioni sul suo programma e tentativi di documentare gli incontri avuti con rappresentanti delle istituzioni ceche.
La stessa fonte ha inoltre riferito che i servizi cechi avevano rilevato un tentativo, da parte dell’intelligence civile cinese, di preparare un’azione intimidatoria e aggressiva contro una persona protetta. Tale azione, tuttavia, non è mai andata oltre la fase preparatoria. Secondo Pejsek, le attività sarebbero state condotte anche da individui in servizio presso l’ambasciata cinese a Praga con incarichi diplomatici.

Durante una conferenza stampa tenutasi a Pechino, un portavoce del Ministero degli Esteri cinese ha definito Hsiao una «separatista irriducibile per l’indipendenza di Taiwan», e nell’autorizzare la visita, ha accusato le autorità ceche di aver «gravemente violato il principio dell’unica Cina e gli impegni politici assunti nei confronti di Pechino, interferendo apertamente negli affari interni cinesi».
Il Consiglio per gli Affari della Cina continentale di Taiwan ha dichiarato che le azioni cinesi hanno rappresentato una grave minaccia alla sicurezza personale della vicepresidente e della delegazione al suo seguito, condannando con fermezza l’operato del regime e chiedendo scuse pubbliche e spiegazioni da parte di Pechino.

L’Alleanza interparlamentare sulla Cina, che riunisce oltre 200 parlamentari di varie nazioni, ha espresso preoccupazione per l’ipotizzato piano d’attacco, definendolo un chiaro atto di coercizione politica. In una nota diffusa sui social, l’organizzazione ha osservato che un simile gesto, se portato a termine, avrebbe costituito un atto di terrorismo. Anche solo come tentativo, l’episodio segna il superamento di una soglia allarmante. Secondo l’Alleanza, uno Stato disposto a pianificare un’azione violenta a fini politici sul territorio di un altro Paese non può essere considerato rispettoso delle norme diplomatiche internazionali.

Il Partito comunista cinese, nonostante la presa del potere in Cina nel 1949, non ha mai governato Taiwan (che, in sintesi, è la “vera” Repubblica di Cina) che considera una propria provincia ribelle che dimostra di voler annettere anche ricorrendo alla forza. Da anni Pechino ostacola l’adesione di Taipei alle organizzazioni internazionali e ne sabota attivamente i rapporti diplomatici. Pur in assenza di relazioni ufficiali, Taiwan e la Repubblica Ceca intrattengono rapporti consolidati in ambito economico e culturale, intensificatisi negli ultimi anni nonostante le proteste di Pechino.

Su questo sfondo, la posizione della Repubblica Ceca spicca per coerenza e coraggio in tutta l’Ue: nel 2019, la città di Praga ha interrotto il gemellaggio con Pechino, siglando successivamente un accordo con Taipei. Nel gennaio 2023, all’indomani della sua elezione, il presidente ceco Petr Pavel ha accettato una telefonata di congratulazioni da parte della presidente taiwanese Tsai Ing-wen, diventando il primo capo di Stato dell’Unione europea a intrattenere un contatto diretto con un presidente di Taiwan. La conversazione aveva suscitato dure reazioni da parte del governo cinese. Due mesi dopo, una delegazione ceca composta da 150 rappresentanti ha visitato l’isola con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione bilaterale e manifestare sostegno al sistema democratico taiwanese.

 


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