Trump: pronti a riattaccare l’Iran se ricomincia col nucleare

di Redazione ETI/Jackson Richman
28 Giugno 2025 6:38 Aggiornato: 28 Giugno 2025 17:08

Il 27 giugno, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che non esiterebbe a ordinare nuovi bombardamenti sull’Iran qualora il Paese riprendesse l’arricchimento dell’uranio: «Certamente. Senza alcun dubbio», ha risposto con decisione a una domanda posta durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, «assolutamente!».

Trump si è mostrato altrettanto sicuro riguardo alle voci sui siti nucleari segreti iraniani: «sono allo stremo» ha commentato riferendosi al regime degli ayatollah, «l’ultima cosa a cui pensano è il nucleare. Non credo che torneranno a occuparsi di nucleare a breve. Hanno speso oltre mille miliardi di dollari per il loro programma nucleare, senza mai riuscire a portarlo a termine. E niente è stato spostato da quei siti».
Il presidente americano ha poi replicato a un’affermazione del leader iraniano Ali Khamenei, secondo cui l’Iran avrebbe vinto il conflitto: «bisogna dire la verità – ha ribattuto Trump rivolgendosi a Khamenei – siete stati sconfitti sonoramente».

Le dichiarazioni di Trump arrivano a meno di una settimana dai bombardamenti condotti dagli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani di Fordow, Esfahan e Natanz. Il sito di Fordow, in particolare, è situato in una struttura sotterranea all’interno di una catena montuosa, e per distruggerlo l’aeronautica americana ha impiegato tre dei sette bombardieri B-2 inviati sull’Iran, sganciando un totale di ben sei ordigni di grande potenza, noti come “bunker-buster” e progettati per distruggere fortificazioni sotterranee, ognuno dei quali risulta essere entrato nel terreno dallo stesso buco creato dal primo. Insomma: secondo le informaizioni disponibili, che a Fordow sia rimasto qualcosa, è altamente improbabile.
«Le armi sono state rilasciate con precisione e secondo i parametri stabiliti», ha confermato anche il capo di stato maggiore delle forze armate americane Dan Caine, «tutti gli ordigni hanno raggiunto i bersagli designati e i punti di impatto previsti». Il 25 giugno, Trump aveva già commentato: «Sono arrivate dichiarazioni importanti dalla Commissione per l’energia atomica israeliana e dall’Iran, che confermano una distruzione completa e totale dei siti».

 


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