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La Danimarca sta conducendo questo mese una delle sue più imponenti esercitazioni militari in Groenlandia, schierando una fregata, caccia F-16, forze speciali, truppe aggiuntive e rafforzando la sorveglianza sulle infrastrutture critiche.
In un’intervista rilasciata a Reuters mercoledì 25 giugno, il comandante dell’Artico danese ha dichiarato di non essere turbato dall’ipotesi di una presa di controllo americana della Groenlandia — ipotesi tornata alla ribalta dopo un recente incontro con un alto generale statunitense — ma ha sottolineato la necessità di potenziare le misure di deterrenza contro un eventuale attacco russo all’isola artica.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha più volte ipotizzato l’acquisizione della Groenlandia — un vasto territorio danese semi-autonomo, strategico per la sua posizione tra il Nord America e l’Europa e cruciale per il sistema statunitense di allerta contro i missili balistici. Trump non ha escluso nemmeno la possibilità di un’acquisizione forzata del territorio.
«È uno scenario che assolutamente non mi preoccupa» ha dichiarato Soren Andersen, capo di stato maggiore per l’area artica, pochi giorni dopo quello che ha definito il suo primo incontro con il generale Gregory Guillot, responsabile della difesa dell’area per conto degli Stati Uniti.
Attualmente, la presenza permanente danese in Groenlandia si limita a quattro navi ispettive ormai datate, un piccolo aereo da ricognizione e pattuglie con slitte trainate da cani, incaricate di monitorare un’area vasta quattro volte la Francia. A gennaio, la Danimarca ha stanziato oltre due miliardi di dollari per rafforzare la propria capacità difensiva nell’Artico, prevedendo l’acquisto di nuove navi da guerra artiche, droni a lungo raggio e una copertura satellitare potenziata.