Hegseth: non risulta uranio spostato dall’Iran prima dei raid

di Mirko Fadda
27 Giugno 2025 10:32 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

Pete Hegseth, ministro della Difesa degli Stati Uniti, ha dichiarato ieri in conferenza stampa di non avere informazioni da parte dell’intelligence americana che indichino uno spostamento dell’uranio da parte dell’Iran prima degli attacchi statunitensi: «Non mi è stata presentata alcuna prova che qualcosa sia stato rimosso o non si trovasse dove previsto», ha detto riferendosi al sito nucleare di Fordow, uno dei principali impianti iraniani per l’arricchimento dell’uranio.

Hegseth ha inoltre ringraziato le forze armate statunitensi e gli alleati israeliani per il supporto nella pianificazione, definendo l’intervento «storico per precisione e segretezza». L’affermazione di Hegseth evidenzia il ruolo cruciale di Israele nel supporto logistico e di intelligence per la cosiddetta operazione “Midnight Hammer”. Il generale Dan Caine ha aggiunto che l’operazione è stata il «culmine di 15 anni di lavoro straordinario», con tutti e sei i missili che hanno colpito il bersaglio previsto, e ha rivelato che nel 2009 un ufficiale era stato informato sulle attività iraniane legate al nucleare. Caine ha anche confermato che i missili Patriot hanno respinto un attacco iraniano che aveva come bersaglio una base statunitense in Qatar lunedì scorso.

Dopo i bombardamenti, alcuni esperti hanno ipotizzato che Teheran avesse trasferito la riserva di uranio da Fordow in luoghi ignoti a Stati Uniti, a Israele e agli ispettori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Ma il ministro ha respinto le supposizioni e ha criticato le testate come The New York Times e Cnn, accusandole di aver pubblicato «fake news» per sminuire di proposito i danni inflitti ai siti nucleari iraniani. Alcune affermazioni, giudicate poco affidabili da Hegseth, suggerivano che i raid di Trump avrebbero rallentato il programma iraniano solo di pochi mesi. Ma secondo il direttore della Cia, John Ratcliffe le nuove informazioni di intelligence rivelano danni gravi al programma nucleare iraniano, con una ricostruzione che potrebbe richiedere diversi anni, anche a causa della complessità delle infrastrutture colpite, come i reattori e le centrifughe di Fordow.


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