La guerra Israele-Iran fa paura al regime cinese

di Leo Timm/Giovanni Donato
26 Giugno 2025 10:11 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

Il recente conflitto tra Israele e Iran ha riportato sotto i riflettori le strette relazioni di Teheran con altre potenze ostili all’Occidente, in particolare Russia e Cina comunista. Sebbene non esista un’unica alleanza formale di tutte le nazioni amiche della Cina, i loro legami politici ed economici sono considerabili come una coalizione di fatto.

Il Partito comunista cinese ha pubblicamente condannato gli attacchi israeliani e americani contro le installazioni nucleari e militari iraniane, definendoli una violazione di sovranità. È noto come il regime cinese abbia effettuato cospicui investimenti in Iran – anche mediante la Nuova via della Seta – che spaziano dal sostegno iniziale al programma nucleare al massiccio acquisto di greggio iraniano.

Secondo alcuni analisti, che la decisione del presidente Trump di autorizzare un attacco mirato alle strutture nucleari iraniane non ha avuto solo l’obiettivo di fermare la produzione di armi nucleari, ma anche quello di inviare un messaggio alle potenze ostili all’Occidente, come a voler chiarire che “America First” non significa “America only” né “America alone“: Trump evidentemente non concepisce gli Stati Uniti come una monade che non debba avere relazioni internazionali, né d’altra parte condivide il ruolo, che l’America doveva avere secondo i neocon (Dick Cheney e Donald Rumsfeld in primis) che guidavano l’amministrazione Bush Jr. vent’anni fa. Meno evidente, di contro, è la linea di Donald Trump a livello tattico: la sua imprevedibilità (i detrattori di The Donald la definiscono “incoerenza”) secondo gli analisti lo rende un avversario particolarmente ostico per i regimi anti-occidentali.

In quest’ottica, un messaggio abbastanza chiaro è quello che Trump ha mandato al Partito comunista cinese, ovvero: “non invadere Taiwan”, perché l’America potrebbe mettere in condizione Taipei di portare una serie di attacchi di cosiddetta “decapitazione”, il tipo di attacco che più di ogni altro il regime cinese teme.
Gli Stati Uniti sono intervenuti nel conflitto tra Israele e Iran il 21 e 22 giugno, ordinando ai bombardieri B2 di sganciare bombe bunker-buster (mai usate prima) sui tre principali siti nucleari iraniani. Per alcuni analisti, le bunker-buster usate per distruggere i bunker iraniani costruiti a 80 metri di profondità, rappresenterebbero un avvertimento indiretto ma chiaro al Partito comunista cinese: il Pcc controlla la Cina da un quartier generale chiamato Zhongnanhai, un complesso adiacente alla Città Proibita di Pechino; ed esiste inoltre una sala operativa bunker, scavata a 60 metri di profondità sotto le Colline Occidentali alla periferia di Pechino. Il messaggio è chiaro.

L’AMICIZIA CINA-IRAN

L’Iran è sotto il controllo di una teocrazia islamica dal 1979, quando la rivoluzione spodestò il filoccidentale scià  di Persia, costringendolo all’esilio con la famiglia. Da allora, Teheran ha rapporti a dir poco tesi con Stati Uniti, Israele: il regime degli ayatollah regolarmente invoca la distruzione dell’America, definita il “Grande Satana” e afferma che lo Stato di Israele andrebbe cancellato dalla carta geografica. Sebbene i legami con la Russia siano migliorati solo dopo la caduta dell’Unione Sovietica (i comunisti sovietici erano considerati il “Satana Minore”) l’Iran ha sempre intrattenuto relazioni amichevoli e solidi rapporti economici con i comunisti cinesi.
A partire dal 1979, la Cina ha investito decine di miliardi di dollari in Iran, in particolare nelle infrastrutture petrolifere, diventando il principale partner commerciale di Teheran dal 2009. Nel 2021, Cina e Iran hanno siglato il “Programma di Cooperazione venticinquennale”, un accordo che rafforza la dipendenza economica dell’Iran da Pechino: ora la Cina importa il 90% del petrolio iraniano, e il greggio è una risorsa cruciale per Pechino, dato che i giacimenti petroliferi cinesi non sono minimamente sufficienti a soddisfare l’enorme domanda interna.

Considerando che i caccia e i Servizi israeliani hanno spazzato via in un attimo l’intera rete di difesa aerea iraniana, e decapitato altrettanto rapidamente i vertici delle forze armate iraniane, il regime cinese ha di che preoccuparsi. Perché è stato il Pcc, negli anni 60, a sviluppare la tecnologia bellica fornita al nascente programma nucleare iraniano a partire dagli anni Ottanta; l’Iran, inoltre, acquista gran parte del proprio equipaggiamento militare dalla Cina, e questo già dalla guerra Iran-Iraq del 1980-1988. È quindi naturale che il conflitto con Israele sollevi dubbi sull’efficacia delle armi cinesi, così come sulla capacità di Cina e Russia di difendere l’Iran contro gli Stati Uniti. Per gli analisti è un fatto assodato che l’Iran sia la longa manu cinese in Medio Oriente (al punto che a violare la “sovranità” iraniana, probabilmente, è più Pechino che Gerusalemme, o Washington). Kuo Yu-jen, vicedirettore generale dell’Istituto per la ricerca sulle politiche nazionali di Taiwan, durante un forum del 18 giugno ha sottolineato come le disastrose prestazioni delle forze di difesa aerea iraniane rappresentino una vera e propria umiliazione per Pechino. Secondo un articolo del 2017 della rivista Jane’s Defence Weekly, ripreso anche da una Testata cinese, il sistema di comando e controllo della difesa aerea iraniana Negah, attivo durante gli attacchi israeliani di quest’anno, si baserebbe sul sistema cinese Jy-10. Inoltre, l’Iran ha schierato nell’autunno 2024 sistemi di difesa laser Shennong 3000/5000, evidentemente di fabbricazione cinese, ma questi, insieme ai complessi radar Negah, sono stati facilmente elusi o neutralizzati dalle forze israeliane. Altri sistemi di difesa aerea utilizzati dall’Iran sono di progettazione russa.

In conclusione, questa prima (e si spera ultima) “guerra a distanza” fra le tecnologie occidentali e sino-russe ha dimostrato una netta superiorità a favore degli Stati Uniti e dell’Occidente in generale. E questo non può che preoccupare – insieme a numerosi altri “problemi” – la sempre più traballante dittatura comunista cinese.


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times