Russia, Cina e Corea del Nord aiuteranno l’Iran a riarmarsi?

di Redazione ETI
24 Giugno 2025 19:36 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha incontrato oggi a Mosca Vladimir Putin. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, la Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha inviato Araqchi per sollecitare un maggiore supporto russo contro gli attacchi di Israele e Stati Uniti. Ieri, Dmitry Medvedev, ex presidente e primo ministro della Russia, ha dichiarato che alcuni Paesi sarebbero pronti a fornire direttamente all’Iran armi nucleari. Analisti esperti di Russia, Cina e Corea del Nord, alleati di Teheran, stanno valutando la possibilità che queste nazioni (che una ventina di anni fa sarebbero stati definiti “Stati canaglia”) aiutino l’Iran a rafforzare le sue capacità nucleari e balistiche.

RUSSIA

Il tenente colonnello in pensione Daniel Rakov, esperto di politica russa in Medio Oriente e ricercatore presso il Jerusalem Institute for Strategy and Security, sostiene che negli ultimi anni il flusso di droni e missili balistici si è diretto principalmente da Teheran a Mosca. La Russia, un tempo principale esportatore di armi in Europa, ha quasi cessato queste attività dopo la guerra in Ucraina.

Non vi sarebbero incentivi significativi per Mosca a fornire armi all’Iran, considerando le difficoltà di pagamento di Teheran e il rischio di compromettere le relazioni internazionali della Russia. Nell’ultimo anno, gli iraniani hanno richiesto radar, sistemi di difesa aerea e aerei, senza ottenere quanto sperato. La Russia sembra non considerare l’Iran una priorità.

Rakov ritiene improbabile che Mosca fornisca armi, consapevole che Israele o gli Stati Uniti potrebbero neutralizzarle rapidamente. Tuttavia, la Russia punta a un ruolo diplomatico di spicco, difendendo l’Iran con dichiarazioni ufficiali, come quelle del ministero degli Esteri, dell’ambasciatore all’Onu e di Medvedev. Quest’ultimo, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, ricopre un ruolo prevalentemente simbolico, esprimendo posizioni anti-occidentali senza influenza decisionale.

Maggiore attenzione andrebbe riservata a figure chiave come Putin, il portavoce Dmitry Peskov, l’assistente politico Yuri Shakov e l’inviato Kirill Dmitriev, il cui tono appare più moderato. Per Israele, l’approccio verso la Russia dovrebbe essere pragmatico, mantenendo aperti i canali di comunicazione, poiché Mosca potrebbe mediare per ridurre le tensioni, offrendo a Teheran una via d’uscita diplomatica.

CINA

Doron Ella, docente all’Università di Haifa ed esperto di politica estera cinese, considera remota la possibilità che Pechino trasferisca armi nucleari o tecnologie correlate all’Iran. La Cina — firmataria del Trattato di non proliferazione nucleare al pari dell’Iran — è vincolata da restrizioni internazionali. Inoltre, Pechino si presenta come una potenza responsabile, attenta a non destabilizzare l’equilibrio mondiale. Sebbene fornisca all’Iran droni, radar e componenti per missili balistici, non vende missili completi. L’assistenza militare cinese diretta allo sforzo bellico iraniano non sembra all’ordine del giorno, e anche in futuro è improbabile che Pechino fornisca missili, pur continuando a offrire materiali per la loro produzione, mantenendo così una posizione ambigua.

COREA DEL NORD

Benjamin Kafez Silverstein, docente all’Università Ebraica e ricercatore presso il programma 38 North dello Stimson Center, evidenzia che Pyongyang vende missili balistici all’Iran dagli anni Ottanta. Molti dei missili utilizzati contro Israele si basano su modelli nordcoreani. La Corea del Nord, che si considera uno Stato nucleare “responsabile”, sarebbe disposta a rafforzare questa partnership, anche con armi nucleari, per sostenere la sua visione di una rivoluzione mondiale contro l’Occidente imperialista. L’Iran rappresenta un alleato chiave in questa strategia. Negli anni Ottanta, Pyongyang ha addestrato gruppi come Fatah e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, dimostrando il suo impegno verso partner anti-occidentali.

Per contrastare questo rischio, Israele dovrebbe intensificare la cooperazione di intelligence con Corea del Sud e Giappone, attualmente insufficiente, per monitorare i trasferimenti di armi nordcoreane. Pyongyang, esperta nel contrabbando sotto sanzioni internazionali, potrebbe riuscire a fornire armi nucleari all’Iran, con il supporto russo. Silverstein sottolinea che la Corea del Nord vede il mondo come un’arena di scontro tra due blocchi, uno scenario per cui si prepara da decenni. Sebbene sembri improbabile, la realtà potrebbe superare le aspettative, rendendo questa eventualità plausibile.


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