Domenica 22 giugno, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà per affrontare la questione degli attacchi militari condotti dagli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani. Russia, Cina e Pakistan hanno proposto che il consesso, composto da 15 membri, adotti una risoluzione che chieda un cessate il fuoco immediato e incondizionato in Medio Oriente.
Non è ancora chiaro quando la risoluzione potrebbe essere sottoposta al voto. Secondo fonti diplomatiche, i tre Paesi hanno distribuito una bozza del testo, invitando i membri a fornire i loro commenti entro lunedì sera. Per essere approvata, una risoluzione richiede almeno nove voti favorevoli e l’assenza di veti da parte di Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Russia o Cina. Gli Stati Uniti, che con ogni probabilità si opporranno, bloccandolo in forza del diritto di veto, al testo che condanna gli attacchi ai siti e alle strutture nucleari iraniane senza tuttavia menzionare esplicitamente né gli Stati Uniti né Israele.
L’Iran ha richiesto la convocazione del Consiglio di sicurezza, esortando i 15 membri a «esaminare questo atto di aggressione palese e illegale, condannandolo con la massima fermezza».
L’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha dichiarato domenica in una nota che Stati Uniti e Israele «non meritano alcuna condanna, bensì un’espressione di riconoscimento e gratitudine per aver reso il mondo un luogo più sicuro».
Il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha definito sabato gli attacchi americani all’Iran come «una pericolosa escalation in una regione già al confine del baratro, nonché una minaccia diretta alla pace e alla sicurezza internazionali» e poi: «in quest’ora cruciale, è fondamentale evitare una spirale di caos. Non esiste una soluzione militare. L’unico cammino possibile è quello della diplomazia. L’unica speranza è la pace».